Antonio Razzi è sulla lista nera di Zelensky: «Putin? Su di lui propaganda». E sulle repressioni dei civili:«Se non vedo, non credo»

L’ex senatore è convinto che soltanto Silvio Berlusconi possa bloccare la guerra e su Putin afferma:«Lui ama l’Italia, ci ha anche aiutato durante il covid», mentre il leader dell’Ucraina “non è democratico”

L’ex senatore Antonio Razzi, in un’intervista rilasciata all’Adnkronos,  dice di essere certo che «Berlusconi potrebbe riuscire a fermare la guerra, visti i rapporti con Putin, chi meglio di lui? Ma non lo fanno, perché se ci riuscisse tutti direbbero ‘Berlusconi, Berlusconi. Gli italiani sono un popolo di invidiosi e gelosi, purtroppo, lo vedo anche su di me…». 

Antonio Razzi-meteoweek.com

Razzi non crede a ciò che si dice del presidente russo, e di lui dice che «ama l’Italia, ama la vita, non credo a tutto quello che hanno detto su Putin, ci ha pure mandato aiuti per il Covid, medici russi e altre cose». E sulle repressioni di civili in Ucraina, l’ex parlamentare esprime perplessità:«Dicono che ci siano stati, ma io quando sono andato, nelle scorse settimane, ho saputo di persone che sono entrate per 150 chilometri dentro l’Ucraina e non hanno visto nessuno, né vittime, né soldati, né carri armati».

Razzi è stato parlamentare per diverso tempo, dapprima con Idv, poi con Forza Italia, e sulla guerra in Ucraina difende il leader del Cremlino, e si dice dubbioso in merito ai massacri che hanno provocato centinaia di decessi in Ucraina. Razzi vede in Berlusconi la chiave per fermare la guerra:«Fosse formalmente incaricato di risolvere la situazione, perché lui lo ha ospitato a Putin pure in Sardegna, poi ad Arcore, gli ha pure prestato tutta una villa..».

L’ex senatore difende Putin spiegando che su di lui «fanno propaganda come dicevano di Kim Jong-un, che lo accusavano di aver fatto sbranare lo zio da 120 cani o un altro generale messo dentro un cannone. Tutte cazz… quando io andavo da loro, a Pyongyang, li incontravo tutti vivi, parlando con loro dicevo ‘lo sai che hanno detto che ti avevano ammazzato’ e tutti a ridere…».

Razzi è stato spesso all’estero e dice che sono realtà che conosce bene. « In Corea ci sono andato pure nel 2014 con Salvini. Lui mi pare un pacioccone  (si riferisce al leader nordcoreano Kim Jong-un, ndr), certo non posso mettere la mano sul fuoco per suo padre e suo nonno…». 

L’ex parlamentare si è detto preoccupato per la guerra in Ucraina, e difende il presidente russo, ma non quello ucraino. Di Zelensky dice che «non è un democratico, è uno che non ragiona, uno che si sente forte perché ha la protezione dell’America, ha il figlio di Biden lì e la Russia non si ritira, perché altrimenti farebbe una figura di m…».

Tra le altre cose, Razzi non nasconde di essere infastidito dall’essere dovuto tornare dal confine tra Ucraina e Romania negli ultimi giorni, dove si era recato per portare aiuti umanitari. «Una cosa assurda, non capisco come si è permesso quello, Zelensky, a darmi a me la black list, io ero andato in Donbass, a Donetsk, per controllare i voti, in missione». La ragione per cui è dovuto tornare indietro è che è finito sulla lista nera, «quelli controllano sul passaporto biometrico, e vedono subito che ho la black list, mi potevano arrestare…», chiosa riferendosi al daspo che Kiev ha emesso su di lui e altri politici italiani, inclusi Berlusconi e Salvini.

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