Ieri mattina i carabinieri si sono presentati nella sede dell’Unione Sindacale di Base a Roma: alcune telefonate anonime avevano segnalato la presenza di armi. E dallo scarico di un bagno è saltata fuori una pistola.
Una pistola, avvolta in una busta di plastica, è stata ritrovata mercoledì mattina dai carabinieri nella sede dell’Unione Sindacale di Base a Roma, in via dell’Aereoporto. Un ritrovamento misterioso: secondo la testimonianza di chi si trovava nella sede del sindacato al momento dell’arrivo dei militari, alcune telefonate anonime avrebbero avvertito della presenza di “armi” all’interno della sede del sindacato di base. Sempre secondo quanto riportato dal racconto dei sindacalisti presenti, i carabinieri avrebbero poi raccontato di una ultima telefonata che avrebbe indicato addirittura il luogo esatto dove andare a cercare le armi. O meglio l’arma: una pistola, nascosta nella cassetta di scarico di un bagno.
In effetti i militari sono andati a colpo sicuro: l’arma c’era, avvolta nel cellophane, nascosta all’interno della cassetta del bagno degli uomini aperto al pubblico. Chi ce l’ha messa? E sopratutto perchè? In attesa di rivelazioni da parte degli inquirenti, per i dirigenti dell’USB la situazione è evidente: un tentativo – anche abbastanza maldestro – di screditare l’organizzazione sindacale e sopratutto i lavoratori che rappresenta: “USB denuncia la chiara ed evidente macchinazione contro un sindacato conflittuale, una messa in scena che fa comodo a molti, troppi. I locali di via dell’Aeroporto sono quotidianamente aperti al pubblico, come tutte le sedi USB. Di certo l’ultimo posto in cui nascondere qualcosa, figurarsi delle armi. Di certo il primo posto in cui tentare il colpo di mano per screditare un’intera organizzazione e le moltitudini di lavoratori, di disoccupati, di precari, di senza casa che la supportano. Le uniche armi che USB usa sono gli scioperi, le rivendicazioni, le manifestazioni, le lotte. Le pistole le lasciamo a chi le ama, a cominciare dalla compatta maggioranza che alimenta la guerra in Ucraina”, si legge infatti nel comunicato diffuso subito dopo la perquisizione.
Concetto ribadito anche nel corso dell’animata conferenza stampa che alle 17 – sempre di mercoledì – è stata indetta proprio all’interno della sede di via dell’Aereoporto. La dinamica della telefonata anonima che rimanda ad un luogo ben preciso, che poi si rivela essere quello giusto; il fatto che il bagno dove è stata ritrovata l’arma sia uno dei pochi ambienti aperti al pubblico di quella sede; le tante battaglie sindacali in cui l’USB è impegnata, spesso “scomode” e molto dure, come quelle nel settore della logistica: tutti indizi che lasciano aperta la possibilità che questa vicenda sia una montatura, organizzata per intimorire sindacato e lavoratori. Naturalmente sarà compito degli inquirenti ricostruire quello che realmente è successo, chiarendo per quale motivo una pistola sia stata introdotta e nascosta nella sede di un sindacato. Nel tardo pomeriggio di mercoledì abbiamo intervistato Emidia Papi, dell’Esecutivo Nazionale dell’USB, che ci ha descritto i fatti e spiegato la posizione del sindacato. L’intervista nel video.
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