Draghi in conferenza stampa dopo l’approvazione del Def sostiene la necessità delle sanzioni e di dover tagliare i ponti economici con Putin. La pace ha un prezzo e questo prezzo è il taglio del gas russo.
Non solo una provocazione ma un drastico quadro della realtà. Quello descritto da Mario Draghi è l’annuncio di ciò che l’Italia e l’Europa devono essere pronti ad affrontare a causa delle sanzioni alla Russia, ovvero una importante ridimensionamento delle risorse e soprattutto del gas fornito dal Paese di Vladimir Putin.
Per il presidente del Consiglio, intervenuto oggi in conferenza stampa al termine della riunione in Consiglio dei ministri che ha approvato il DEF, “la guerra ha causato un peggioramento delle prospettive di crescita: su questo ha pesato l’aumento dei prezzi energia e la fiducia dei consumatori e degli investitori che è diminuita e che era molto positiva all’inizio dell’anno. È diminuita non solo per l’aumento dell’inflazione, ma per la situazione generale bellica, è una guerra vicina a noi. Consumatori e imprese vedono un futuro meno positivo“.
E poi ha aggiunto “Preferiamo la pace o il condizionatore acceso? Questa è la domanda che ci dobbiamo porre. Se l’Ue ci propone l’embargo sul gas, siamo contenti di seguire. Quello che vogliamo è lo strumento più efficace per la pace. Ci chiediamo se il prezzo del gas possa essere scambiato con la pace”. Ma rassicura sul futuro, anche senza il gas fornito dalla Russia “fino a fine ottobre siamo coperti, le conseguenze non le vedremmo fino all’autunno“.
Il premier prova a rassicurare sul futuro dei cittadini, il carobollette potrebbe mettere in difficoltà molti italiani, ma per Draghi il governo farà “tutto ciò che è necessario per aiutare le imprese e le famiglie all’interno di una cornice europea e di sostenibilità dei conti. La la disponibilità del governo è totale“. E aggiunge “Siamo molto consapevoli del rischio di un impatto sociale” delle misure di questi mesi. “Siamo pronti ad intervenire. Nelle prossime settimane comprenderemo meglio l’intervento e come finanziarlo” afferma Draghi.
A tranquillizzare sulla tenuta del sistema c’è anche il ministro dell’Economia Daniele Franco, il quale sostiene che sono confermati “gli obiettivi di finanza pubblica per l’indebitamento netto fissato nella Nadef, che era il 5,6%, quindi abbiamo un margine di azione per la politica economica di circa mezzo punto percentuale“. Inoltre “il governo stima, inoltre, una crescita del Pil programmatico al 3,1% nel 2022” continua il ministro.
Il Documento di Economia e Finanza appena approvato è in grado di prevedere “scenari alternativi peggiori, ma lo scenario che abbiamo utilizzato è il più cauto e realistico” continua Franco. “Abbiamo trovato risorse in vari modi e credo che continueremo a intervenire a sostegno di imprese e famiglie reperendo risorse come fatto finora“.
Per il ministro “molte imprese stanno soffrendo, dobbiamo gestire questa fase: il governo è intervenuto ripetutamente per dare una mano alle imprese, vediamo se tutto questo possa continuare e essere rafforzato”.
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