Nella mattinata di oggi è stato arrestato il direttore dell’Agenzia delle Entrate di Isernia. Finito ai domiciliari, l’ipotesi di reato è quella di tentata concussione. L’indagato è stato sospeso dal servizio.
Finito questa mattina in manette il direttore provinciale dell’Agenzia delle Entrate di Isernia: il direttore è infatti stato arrestato dai carabinieri con l’accusa di tentata concussione. Il provvedimento è stato emesso in seguito a una approfondita indagine coordinata dalla Procura. Sospeso immediatamente dal servizio, il direttore è stato posto agli arresti domiciliari.
La notizia, arrivata questa mattina, è stata comunicata direttamente attraverso una nota sia dell’Agenzia delle Entrate, che della Procura di Isernia. Nel documento, siglato dal procuratore Carlo Fucci, si apprende che l’arresto del direttore dell’ufficio territoriale di Isernia è stato disposto a seguito di una ricca e approfondita indagine svolta dalla “totale collaborazione alla Procura della Repubblica di Isernia e ai Carabinieri del Nucleo investigativo del locale Comando Provinciale”. L’arresto è stato disposto “per l’ipotesi di reato di tentata concussione”. Nello specifico, è stato “riconosciuto sussistente un grave quadro indiziario rispetto alla commissione del reato di tentata concussione, di cui agli articoli 56 e 317 del codice penale, ed è stata disposta la sottoposizione agli arresti domiciliari presso la propria abitazione”.
I militari dell’Arma stanno già eseguendo anche le relative perquisizioni disposte dalla Procura della Repubblica. In particolare, nel mirino delle operazioni sono finiti sia il computer del direttore, che tutta una serie di documenti. Alla luce di quanto emerso finora, dunque, nei confronti del direttore è stata tempestivamente adottata la sospensione cautelare dal servizio, mentre si rimane “in attesa di ricevere i provvedimenti dell’Autorità giudiziaria che consentiranno di assumere tutte le misure disciplinari, contrattuali e risarcitorie normativamente previste“.
Sempre nella nota, tuttavia, viene sottolineato che il procedimento è attualmente soltanto nella fase delle indagini preliminari. In tal senso, entro i prossimi giorni “l’indagato, venuto a conoscenza degli elementi di prova a suo carico, potrà esporre al gip e al pubblico ministero tutte le ragioni a sua difesa”, e avrà dunque la possibilità di “esperire ai sensi del codice di procedura penale tutti i rimedi volti a rappresentare elementi a sua difesa e rivendicare la propria innocenza” – la quale, rammenta chiaramente il documento, “è sempre presunta sino alla definitività dell’eventuale condanna”.
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