Ieri il Ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha annunciato la decisione di espellere trenta diplomatici russi dall’Italia.
Ma non tutti all’interno della maggioranza condividono questa linea rigorista contro Mosca. E così qualcuno comincia a smarcarsi.
Mario Draghi, da Torino, ribadisce la linea del governo sull’espulsione dei trenta diplomatici russi dal nostro paese. La decisione annunciata ieri dal ministro degli Esteri Luigi Di Maio è stata “presa in accordo con altri partner europei e atlantici” ha detto il premier.
Ma non tutte le forze di maggioranza sono convinte di questa linea rigorista. La prima a smarcarsi è la Lega, che all’AGI ha fatto trapelare dei dubbi. La posizione del Carroccio è quella di arrivare a un accordo di pace il prima possibile. Ma il partito guidato da Salvini esprime il suo sconcerto per la decisione della Farnesina. Di Maio avrà anche “agito valutando il meglio”, fanno sapere i leghisti. Che però restano convinti che alla pace non si arriverà “con gesti estremi come le espulsioni ma con la trattativa e il dialogo”.
Una posizione confermata anche dal segretario leghista Matteo Salvini che alla radio ha manifestato i suoi dubbi non solo sulla guerra (“Sento tante persone che parlano di guerra come se fosse normale. Io ci vado sempre molto prudente”), ma anche sull’espulsione dei diplomatici russi. “È chiaro che qua c’è un aggressore e un aggredito”, riconosce Salvini. Che poi aggiunge: “Però da che mondo e mondo le guerre non le vinci coi carri armati e con le bombe, le chiudi con la diplomazia, col dialogo, buonsenso, col ragionamento, col confronto”.
Ma il PD non ci sta e attacca Salvini
Esternazioni che hanno provocato la piccata replica del PD. Critica con Salvini la capogruppo Pd al Senato Simona Malpezzi. Attraverso lei il partito di Letta accusa la Lega di contestare la linea governativa e la tutela della sicurezza nazionale. Il Partito Democratico rinfaccia inoltre ai leghisti di non aver speso una parola per Bucha.
Rincara la dose Debora Serracchiani, capogruppo dem alla Camera, che giudica errate le “dissociazioni, come quella della Lega, da decisioni tanto importanti quanto coerenti con i fini dell’azione che si è data il governo”. Per l’esponente piddina “l’obiettivo è la fine della guerra”, ma anche “la tutela dei cittadini e della sicurezza nazionale”. E dunque Serracchiani plaude alla decisione di Di Maio. Il fuoco di fila dem si conclude infine con la senatrice Tatjana Rojc che giudica “imbarazzanti” le prese di posizioni della Lega che continuando a “mettersi nella scia di Putin” ostacola l’operato dell’esecutivo nell’ambito della Ue e della Nato.
Contro l’espulsione dei diplomatici russi si è schierato, a titolo personale, il deputato di Forza Italia Matteo Dall’Osso che in un intervento in Aula accusa il governo di “totale assenza di diplomazia” perché al soldo “di interessi altrui”. Tutt’altra musica da Edmondo Cirielli di Fratelli d’Italia che sposa appieno la linea della fermezza della Farnesina “sul sostegno all’Ucraina e di lealtà nel mantenimento degli impegni derivanti dall’Alleanza Atlantica e dell’Unione Europea, solidi pilastri del mondo libero”. Per Maurizio Lupi (Noi con l’Italia) espellere i diplomatici russi dalla penisola è stato semplicemente “un atto dovuto“.