L’83% dei russi sostiene la guerra di Putin, anzi pensa che lui abbia ragione da vendere e attribuisce tutte le colpe di quello che sta accadendo all’Ucraina o all’Occidente.
Chi pensa che Putin in patria sia debole perché ha impegnato il suo Paese in una guerra che non ha nessuna speranza di vincere, si sbaglia.
È un’organizzazione indipendente come il Levada Center a certificare che la popolarità del leader russo si attesta attorno all’83%. Il Levada Center è l’ultima organizzazione demoscopica indipendente che sia rimasta in Russia e dimostra dati alla mano come la popolarità dell’ultimo Zar sia incredibilmente alta.
Ma com’è possibile che i russi sostengano Putin nonostante la guerra disastrosa e nonostante le varie atrocità? La verità è che Putin ha costruito nei decenni una macchina della propaganda semplicemente perfetta.
Sono decine i giornalisti, portavoce e uomini di fiducia che a tanti livelli lavorano per offrire di qualsiasi evento, una visione che sia perfettamente allineata alla narrativa putiniana. Già, ma qual è questa narrativa capace di soggiogare così tanto i cittadini russi? Putin e i suoi ideologi sono convinti che la disgregazione del vecchio impero comunista sia stata un tragico errore.
Non rimpiangono il comunismo come ideologia ma rimpiangono decisamente che la vecchia Unione Sovietica si sia lasciata smembrare soltanto per riuscire ad apparire rinnovata nei confronti dell’occidente. Gli uomini della propaganda di Putin sono riusciti a convincere nel tempo i russi a non avere nostalgia del comunismo, ma ad avere una grandissima nostalgia del potere strategico che la vastissima Unione Sovietica aveva. Questa narrativa è ormai parte integrante della cultura di massa russa e di conseguenza quando Putin ha mosso la sua improvvisa guerra nei confronti dell’Ucraina, le notizie date ad arte dai media non hanno faticato a fare breccia nel cuore dei russi.
Qualsiasi atrocità Putin commetta viene sempre ascritta alla furbizia dell’intelligence americana o comunque occidentale che cerca di screditarlo e nessuno mette in dubbio questa versione dei fatti. Vladimir Solovev è un popolarissimo giornalista che spesso con toni accorati e veementi riesce ad istigare la gente contro il nemico straniero. Altro uomo fondamentale è il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov. Ogni singolo giorno racconta tutti i fatti, da quelli più banali a quelli più rilevanti secondo la narrativa di Stato che poi orienta tutti vari giornali nella stessa direzione.
Ma l’elenco di giornalisti, portavoce ed esperti di comunicazione che fanno a gara per mettersi in mostra con lo zar Putin attirandogli le simpatie della gente è interminabile. I nomi sono tanti, ma uno ha un ruolo particolarissimo: Vladimir Medinsky. La sua abilità unica è quella di utilizzare sistematicamente la Storia in chiave propagandistica e di creare quella storia condivisa collettiva che finisce sempre per legittimare le azioni di Putin. C’è chi addirittura lo paragona a Goebbels.
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