Per il leader del Movimento 5 Stelle le sanzioni alla Russia sono giuste ma rischiano di pesare sulla spesa delle famiglie. Ma la proposta di Conte di un nuovo Recovery energetico appare molto dubbia
Giuseppe Conte continua a esprimere posizioni molto ambigue nelle sue uscite su guerra Ucraina, sanzioni alla Russia e innalzamento delle spese militari. Sul suo profilo Facebook il leader del Movimento 5 Stelle stavolta se la prende col Paese di Vladimir Putin affermando che le sanzioni sono giuste ma bisogna fare attenzione alla spesa delle famiglie italiane.
“La reazione europea nei confronti della Russia può senz’altro salire di tono. Noi ci siamo se si tratta di innalzare il livello delle sanzioni e della risposta agli orrori commessi in Ucraina. Sappiamo che queste scelte avrebbero ripercussioni sui cittadini: dal carobollette al caroenergia” scrive l’ex-presidente del Consiglio
“Nel momento in cui decidiamo di alzare il livello di risposta, dobbiamo però, contemporaneamente, predisporre soluzioni a tutela delle categorie economiche e sociali più esposte. Non possiamo limitarci a proclami, bisogna subito coprire le spalle a famiglie e imprese già al limite della sofferenza. Lavoriamo a uno scostamento di bilancio, che il M5S sta chiedendo da tempo, e a cui adesso aprono anche altre forze politiche” afferma Conte.
“Mettiamo subito in campo misure per proteggere il potere d’acquisto dei cittadini, vessati da rincari anche dei beni di prima necessità. Valutiamo un innalzamento al 25% della tassazione sugli extraprofitti. Ma non basta. L’indipendenza dal gas russo ci può essere garantita solo da un piano europeo, un Energy Recovery Fund, utile a razionalizzare i piani di acquisto del gas, i piani di stoccaggio, a calmierare i prezzi e introdurre meccanismi interni di compensazione. L’Italia, ancora una volta, deve essere capofila di questa rivoluzione: deve battersi per superare le diffidenze, gli egoismi, le più spicciole convenienze. È il momento delle soluzioni e del coraggio” conclude Conte.
Le sue dichiarazioni sembrano più inseguire un imprecisato elettorato piuttosto che definire una vera strategia per l’Italia nella crisi energetica. L’idea di un nuovo fondo per evitare il carobollette non risolverebbe la mancanza di gas quando cesseranno i rapporti economici con la Russia.
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