Sulla morte della 25enne tedesca Jenna Gommelt ci sono diversi punti oscuri e la procura di Civitavecchia sta indagando
Sono ancora molti i punti oscuri sul decesso della turista tedesca Jenna Gommelt, 25 anni, morta lo scorso 20 gennaio a Focene (Roma).
Il fidanzato della ragazza lancia accuse contro i soccorritori romani dicendo che non hanno fatto niente per salvare la sua compagna e di non saper parlare inglese. Michael Douglas, 34 anni, irlandese, il 20 gennaio scorso, come ha raccontato agli inquirenti, avrebbe assistito al decesso della sua fidanzata, Jenna Gommelt, 25 anni, originaria della Germania.
Con lei era partito nel novembre 2021 per un tour in Europa su un’auto che all’occorrenza poteva diventare un camper. Ma dopo 3 mesi dalla tragedia occorsa a Focene (Roma), in cui Jenna ha perso la vita, e dove la coppia aveva sostato per qualche ora, restano molti misteri da risolvere, a partire dalla versione del 34enne che ha denunciato ai media l’atteggiamento dello staff della sala operativa del 118.
Il camper spostato
Su quanto accaduto c’è un’ampia inchiesta da parte della procura di Civitavecchia, indagine aperta contro ignoti, per istigazione al suicidio. I carabinieri interrogarono il giorno stesso il giovane, per risalire a quanto successo sul camper e per comprendere come il 34enne si sia comportato. Questo perché Douglas, morta in pochissimo tempo dopo che il fidanzato aveva chiesto aiuto quel 20 gennaio, ha spostato l’auto prima che arrivassero i soccorritori, mandati in loco dal 112.
Il 34enne irlandese ha denunciato che i soccorsi erano giunti con 43 minuti di ritardo dopo una chiamata in cui, a sua detta, l’operatore sanitario con cui aveva avuto a che fare non parlava inglese. Questa accusa è stata smentita dalla Regione Lazio che ha reso pubblici gli audio delle chiamate tra Douglas e la sala operativa del 118, in cui gli hanno risposto parlando con un inglese perfetto.
Inoltre, i soccorsi hanno impiegato 18 minuti per arrivare sul posto. Il problema è che poi i medici hanno dovuto richiedere l’intervento dei carabinieri per trovare il camper, perché il 34enne aveva spostato l’auto con dentro la fidanzata in agonia. Ed è proprio questo il quesito: perché avrebbe spostato il camper con a bordo la fidanzata che stava per morire?
Delle chiamate di cui parla Douglas non è al corrente il legale della famiglia della turista tedesca, Manuele Piccioni, che si sta occupando di rappresentare le richieste dei genitori della ragazza defunta e che attende gli esiti dell’autopsia eseguita lo scorso 26 gennaio. In particolare, si aspettano i risultati delle analisi tossicologiche, perché dagli altri controlli non sono venuti fuori elementi che lascino supporre che il decesso sia stato violento.
Douglas è stato a lungo sentito dai militari dell’Arma di Ostia che hanno parlato anche con il medico e l’infermiere del 118. Il legale Piccioni ha raccontato di aver incontrato il fidanzato della ragazza deceduta solo una volta nel suo ufficio «dove si è presentato con i parenti della ragazza. Voleva sapere come recuperare gli effetti personali della giovane rimasti nel camper».
Non si sa se sia riuscito a recuperarli o meno, ma sul ritardo nel riconsegnare il corpo della ragazza ai familiari il legale afferma:«Il pm ha dato il nulla osta il 15 febbraio, poi c’è stato un errore nella trascrizione del cognome della ragazza presso il comune di Fiumicino che ha ritardato la pratica ma non c’entra chi indaga. La famiglia è sconvolta e ancora oggi aspetta di sapere cosa sia successo a Jenna».