Per l’Europa rinunciare al gas russo non è così semplice. L’Europa paga 800 milioni di euro al giorno per il gas russo, di fatto finanziando l’invasione dell’Ucraina, ma imporre uno stop potrebbe essere dannoso secondo Germania e Austria. L’ipotesi di rinunciare al gas russo per colpire l’economia del Cremlino è al vaglio di Bruxelles.
Lo ha detto il vicepresidente della Commissione europea Valdis Dombrovskis a margine della riunione dell’Eurogruppo, specificando che “nulla è fuori discussione”. “Le discussioni sono in corso – ha detto Dombrovskis – e la Commissione sta già preparando il prossimo pacchetto di sanzioni”.
L’obiettivo dei nuovi provvedimenti dovrebbe essere aumentare la pressione sulla Russia e di conseguenza il sostegno all’Ucraina. Tema centrale del dibattito è la posizione dell’Europa, che di fatto sta finanziando l’invasione russa in Ucraina, pagando 800 milioni di euro al giorno per il gas di Putin.
Germania e Austria dicono “no” alle sanzioni contro gli approvvigionamenti energetici
L’idea di interrompere le importazioni delle risorse energetiche russe tuttavia non è piaciuta a tutti i paesi europei. Si sono dette contrarie la Germania e l’Austria, sostenendo che danneggerebbe più l’Unione europea che Mosca. La soluzione, secondo il ministro delle finanze tedesco Christian Lindner, potrebbe essere considerare un blocco specifico, del petrolio, del carbone o del gas, rimpiazzando progressivamente gli approvvigionamenti mancanti. Ancora più categorica l’Austria, contraria alle sanzioni sia sul petrolio che sul gas.
La posizione dell’Italia sul nuovo pacchetto di misure contro la Russia
Dall’altra parte l’Italia ha dato il suo ok all’ipotesi di un nuovo pacchetto di sanzioni che preveda lo stop alle forniture energetiche. Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha detto che il nostro Paese “non si tirerà indietro” sul blocco dell’import di petrolio e di gas dalla Russia. “L’Unione europea – ha concluso il ministro – deve reagire con forza e fermezza il prima possibile con un quinto pacchetto sanzionatorio soprattutto dopo i fatti di Bucha”.