La decisione di imporre lo stop agli inseguimenti di chi forza un posto di blocco arriva per ragioni di sicurezza.
La Polizia Stradale della Lombardia dovrà attenersi a questa nuova direttiva. E, a seguito della polemica nata tra i diversi sindacati, arriva una precisazione.
La disposizione firmata da Maria Dolores Rucci, Capo del Compartimento della Polizia Stradale della Lombardia, recitava così: «Ho avuto modo di rilevare che, nonostante le disposizioni impartite, si verificano ancora degli inseguimenti da parte di pattuglie nei confronti di utenti che non rispettano l’intimidazione dell’alt». Il Capo del Compartimento ha quindi invitato nuovamente tutte le Forze di Polizia Stradale lombarda ad evitare inseguimenti pericolosi quando vi sono persone che non si fermano al posto di blocco.
Rucci ricorda agli agenti di adottare una «reazione attenta, ponderata» e di «tener conto in primis dell’esigenza di salvaguardare la sicurezza di tutte le persone che circolano su strada, compito primario della Polizia Stradale».
La polemica
I Sindacati di Polizia non hanno preso bene la notizia di questa nuova disposizione. Gianpiero Timpano, Segretario Nazionale del SAP, espone la loro posizione: «Questo consiglio viene elargito con una esaustiva elencazione delle numerose conseguenze penali, amministrative, disciplinari erariale, nonché etico-morali». «La consapevolezza di doversi preoccupare maggiormente delle responsabilità piuttosto che delle insidie dei malfattori di turno è davvero mortificante» aggiunge Timpano. «Le Forze dell’Ordine non possono così assolvere il loro compito istituzionale» conclude.
La Polizia Stradale ha tenuto però a precisare che, da parte loro, non vi è mai stata l’intenzione di non inseguire gli automobilisti che si rifiutano di fermarsi all’alt. Vi è, però, «l’esigenza di garantire la maggiore tutela possibile all’incolumità degli utenti stradali e degli stessi operatori di Polizia».