Cocaina durante gravidanza, neonati vanno in astinenza. Crescono ricoveri post parto: c’è anche pericolo morte

Tantissime donne continuano a fare uso di droghe durante il periodo di gravidanza, il che causa serie conseguenze ai neonati

Sono molte le donne che continuano a fare uso di stupefacenti durante il periodo della gravidanza, causando serie conseguenze ai neonati.

Donna incinta-Meteoweek.com

È quello che è accaduto a un neonato in un ospedale dell’Umbria, che è nato piangendo, come sempre. Ma per farlo smettere di piangere non è stato sufficiente dargli del latte. Il piccolo ha cominciato a tremare, non si fermava e non ha avuto voglia di mangiare per diversi giorni. A quel punto, è arrivata la confessione della madre e si è scoperta la verità, ovvero che lei, nel corso della gravidanza, ha assunto stupefacenti. La diagnosi per i medici è divenuta cristallina, ossia che il neonato era in crisi d’astinenza da droga.

Il bimbo aveva assunto quelle sostanze già da feto per 9 mesi e ora potrebbe rischiare di morire in culla, senza una terapia di morfina o metadone. La sorte di questo bambino è simile a quella di altri 2mila neonati che ogni anno nel nostro Paese sviluppano la San (Sindrome da astinenza neonatale). Si tratta di sintomi non consueti, che possono insorgere nei figli di donne che hanno assunto droghe o sostanze psicotripe nel periodo della gravidanza.

I responsabili della Società italiana di Neonatologia, a tal proposito, spiegano che «l’esposizione materna a sostanze tossiche durante la gravidanza può esporre il feto all’insorgenza di malformazioni congenite, ritardo di crescita intrauterino, microcefalia, emorragie o infarti cerebrali. Oltre a questi danni, che insorgono già in epoca prenatale, c’è poi la San. L’insorgenza della sintomatologia dipende dalla sostanza stupefacente assunta, ma generalmente compare tra le 24 e le 72 ore di vita. Raramente l’esordio può essere più tardivo, a 5 o 7 giorni dalla nascita».

Tra le possibili conseguenze sulla salute dei bambini e sul loro sviluppo vi sono possibili disturbi di tipo neuro comportamentale o disturbi dell’attenzione, iperattività, aggressività, impulsività, depressione. Luigi Orfeo, direttore Neonatologia al Fatebenefratelli di Roma ha spiegato che una soluzione può essere quella di «una maggiore consapevolezza delle donne sugli effetti che le sostanze stupefacenti producono ai loro bambini, che le spinge a diminuire o rinunciare all’assunzione, e l’aumento dei servizi territoriali di prevenzione e assistenza, come i Sert, che riescono a intervenire con programmi mirati e seguire meglio le donne tossicodipendenti durante la gravidanza».

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