Secondo fonti americane e bielorusse alcuni militari russi si sarebbero ammalati per essersi esposti senza precauzioni alle radiazioni nell’area della centrale atomica esplosa nel 1986.
I militari contaminati si troverebbero adesso in Bielorussia per ricevere cure specializzate.
Alcuni militari russi, informa il Corriere della Sera, stanno abbandonando l’area di Chernobyl. A detta del Pentagono e dei media bielorussi sarebbero stati trasferiti in Bielorussia per essere curati in ospedali specializzati nel trattamento di malattie dovute all’esposizione a radiazioni nucleari.
La centrale è finita sotto il controllo delle forze russe già nei primi giorni dell’invasione, verso la fine di febbraio, facendo temere per la sicurezza dell’area del disastro atomico del 1986. Secondo la Difesa americana i soldati russi potrebbero essersi contaminati per aver scavato trincee all’interno della «foresta rossa» che circonda la centrale, detta così perché le punte degli alberi divennero rosse a seguito delle radiazioni assorbite al momento dell’esplosione del reattore.
I militari ricoverati presenterebbero sintomi acuti da contaminazione nucleare. Stando a quanto hanno raccontato alla Reuters alcuni operai addetti a quel che rimane della centrale atomica, i soldati russi avrebbero attraversato e occupato la zona senza essere adeguatamente protetti. Inoltre avrebbero scavare trincee nella foresta circostante dove nessuno, nemmeno i lavoratori, può andare.
Nell’area della centrale esplosa infatti c’è ancora pericolo di contaminazione. In un raggio di 30 km sono state interrate tonnellate di materiali impiegati per intervenire subito dopo l’incidente nucleare. L’intensità delle radiazioni nell’area si è stabilizzata a 36 anni dal disastro e non è letale nell’arco della giornata. Ma ad ogni modo è necessario prendere delle precauzioni per quel che concerne l’abbigliamento e le maschere. In alcune zone poi le radiazioni rimangono ancora troppo alte e occorre dotarsi di contatori geiger per individuarle e tenersene lontani.
In Ucraina ci sono 15 reattori nucleari (dei quali 8 attualmente in uso) in 4 centrali: una di queste, la centrale di Zaporizhzia, adesso è controllata dalle forze russe dopo combattimenti nella zona attorno all’impianto.
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