Hunter Biden, figlio del presidente Usa, potrebbe essere incriminato dalla magistratura federale.
Hunter Biden, figlio del presidente degli Stati Uniti, potrebbe subire un’incriminazione per via dei suoi affari all’estero. A raccontarlo è l’esperto legale della Cnn Elie Honig, che spiega che si tratta di «un’inchiesta molto reale e sostanziale su possibili gravi crimini federali, i procuratori del Delaware stanno facendo esattamente quello che ci aspettiamo che facciano i procuratori federali in questa situazione».
Si tratta di un’indagine che era già scattata all’epoca dell’amministrazione Trump e che Biden, quando si era insediato alla White House, non ha bloccato. L’inchiesta attenziona una serie di attività commerciali e finanziarie portate avanti da Hunter Biden all’esteri, che includono l’Ucraina e la Cina, dai tempi in cui il padre era vicepresidente degli Usa.
Pare che però l’inchiesta abbia avuto un’accelerata negli ultimi mesi, e parecchie sono state le testimonianze più altre che dovranno ancora essere sentite. Si ipotizzano i reati di riciclaggio, violazioni leggi fiscali e lobbying.
Honig sostiene che ci sarebbe «una reale possibilità che questo provochi incriminazioni federali, naturalmente siamo in un territorio politico che non ha precedenti, la situazione in cui il dipartimento di Giustizia potrebbe incriminare e cercare di arrestare il figlio di un presidente».
Se la Russia accusa il giovane di aver finanziato programmi di armi batteriologiche in Ucraina, e Trump chiede a Putin di mostrare, se le ha, le evidenze di tali azioni illecite in Russia, tutte accuse considerate prive di fondamento, in questi giorni, sui media Usa si dà grande importanza ai legami dal punto di vista finanziario che Hunter Biden aveva con l’azienda energetica cinese Cefc, legata al governo della Cina.
Nel 2018, Biden junior firmò con tale azienda un contratto da un milioni di dollari come avvocato. Il responsabile dell’azienda, Patrick Ho, ha ricevuto una condanna per tangenti e riciclaggio in Africa. Recentemente, il senatore repubblicano Chuck Grassleu, ha mostrato in aula alcuni documenti che provano il pagamento che l’azienda di Hunter Biden ha ricevuto dalla Cina e che include anche James, fratello del presidente. L’accusa è stata la seguente:«Hunter e James Biden sono stati il veicolo attraverso il quale il governo cinese ha potuto ottenere entrature qui negli Stati Uniti».
Le accuse mosse da parte dei repubblicani sono confermate dal Washington Post che prova come in 14 mesi, la società cinese abbia pagato 4,8 milioni di dollari all’azienda dei due Biden. Non ci sarebbero invece evidenze, come spiega il Post, che Joe Biden, abbia usufruito di tali transazioni.
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