È un’attrice hard la donna fatta a pezzi in Valcamonica, già fermato il suo assassino

La svolta grazie ai tatuaggi sul corpo della vittima.  A ucciderla un vicino di casa che l’ha fatta a pezzi e conservata nel congelatore.

Successivamente il corpo è stato inserito in alcuni sacchi neri e gettato in una scarpata nel Bresciano,

Carol Maltesi, in arte Charlotte Angie, la donna uccisa e fatta a pezzi a Milano e ritrovata a Paline di Borno, in Valcamonica – Meteoweek

Ha un nome la donna fatta a pezzi e ritrovata domenica 20 marzo all’interno di quattro sacchi neri in una scarpata a Paline di Borno in Valcamonica,  ai confini tra le province di Brescia e Bergamo. Si tratta di Carol Maltesi, 26 anni, attrice hard conosciuta col nome d’arte di Charlotte Angie.

È stato già fermato l’assassino della donna: l’uccisore sarebbe un 43enne amico e vicino di casa della vittima . La svolta nelle indagini si è avuta dopo che l’autopsia era riuscita a ricondurre quel cadavere anonimo a una corporatura attorno al metro e sessanta e a un peso sui 50-55 kg. Erano stati poi identificati almeno sette degli undici tatuaggi presenti sul corpo della vittima. Vista la difficoltà di rintracciare l’identità della donna uccisa, i Carabinieri, sentita la Procura, avevano pubblicato un comunicato con la descrizione dei tatuaggi ritrovati sul suo corpo.

La svolta dei tatuaggi

Dopo il comunicato sono arrivate delle segnalazioni sia alle forze dell’ordine che alla redazione del quotidiano online Bresciatoday che hanno portato gli agenti a sondare la pista dell’attrice porno, di cui non si avevano notizie da tempo. I tatuaggi  riscontrati dal medico legale sono così risultati compatibili con quelli sulla pelle di  Carol Maltesi, nota come Charlotte Angie, astro nascente del cinema hard.

La donna, metà italiana e metà olandese, aveva un figlio di 6 anni. Fino al 2021 lavorava in profumeria come commessa, era entrata nel mondo dell’hard durante la pandemia. La 26ennne, che viveva nel milanese, era scomparsa da tempo. Da giorni i suoi profili social risultavano inattivi e non si era presentata a spettacoli già programmati. Vano anche ogni tentativo di contattarla. Gli inquirenti hanno così ricostruito i legami e i movimenti della donna, contattando amici e conoscenti. Dalle indagini è emerso che domenica 20 marzo, il giorno del ritrovamento del suo corpo, la macchina di Carol era passata proprio a Borno, ma guidata da un uomo.

Uccisa dal vicino di casa

Ieri si è poi presentato spontaneamente in caserma un uomo di 43 anni, amico e vicino di casa di Carol, per fornire informazioni sulla sua scomparsa, ma le sue parole sono risultate in contraddizione coi risultati delle indagini, sicché il 43enne è stato interrogato dal magistrato e dai carabinieri finché non ha confessato d aver ucciso la donna e di averne occultato il cadavere gettandolo in quel dirupo di montagna.

Era lui a guidare la macchina dell’amica uccisa. L’omicidio e la distruzione del corpo sarebbero avvenuti a Milano, il cadavere fatto a pezzi è stato riposto nel congelatore della casa di Carol prima di essere messo nei sacchi neri poi ritrovati in Valcamonica.  Stando a quanto rivelato dal sito BSNews, il 43enne avrebbe anche tentato di depistare le indagini. È stato sempre lui infatti a rispondere alla domande dei giornalisti della testata locale usando il cellulare di Carol e fingendosi lei.

 

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