“Su Kiev sono volati in un mese 1300 razzi, in Siria 30 in dieci anni”, lo racconta in lacrime l’arcivescovo della capitale ucraina. “I leader religiosi sono obiettivi militari” ha aggiunto.
“In un solo mese sulle nostre teste sono volati 1300 razzi. In Siria in dieci anni di guerra ne sono stati lanciati 30“. E’ il commento drammatico di Sviatoslav Shevchuk, arcivescovo di Kiev, collegato in video con la Congregazione per le Chiese Orientali. L’arcivescovo è apparso provato e in lacrime mentre raccontava quale fosse la situazione nella capitale ucraina.
Per Shevchuk l’aggressione russa all’Ucraina è “un’invasione programmata. Noi leader religiosi eravamo in una lista di persone da eliminare. Sono stati individuati infiltrati, terroristi, persino tra i cantori del coro della cattedrale: avevano nomi, cognomi, indirizzi delle persone da eliminare. Cercavano di marcare la cattedrale come bersaglio di razzi sapendo che nella cripta c’è la gente“.
L’arcivescovo ha poi raccontato del suo incontro con il sindaco di Kiev, Vitali Klitschko: “Mi ha detto che in città sono rimasti in milioni di ucraini. Il che vuol dire che due terzi se ne sono andati ma tutti con la speranza di tornare presto” ha spiegato il prelato.