Continua l’escalation verbale del presidente americano, tornato ad attaccare pesantemente l’omologo russo Vladimir Putin.
Un’uscita che contribuisce a inasprire ulteriormente un clima molto pesante.
Riprendono stamattina a Instanbul, in un clima avvelenato, le trattative tra negoziatori russi e ucraini. Avvelenato in ogni senso: il Wall Street Journal riferisce che sarebbero stati avvelenati due negoziatori ucraini e l’oligarca russo Roman Abramovich, anche se la notizia non è stata confermata né smentita dalle parti interessate. Ma prima che iniziassero i colloqui di oggi, il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba consigliava ai negoziatori di “non mangiare né bere nulla, e preferibilmente di evitare di toccare qualsiasi superficie”.
Ad avvelenare il negoziato sono state anche le esternazioni del presidente Usa Joe Biden, tornato in un tweet a definire Putin un “dittatore deciso a ricostruire un impero”.
Intanto il presidente ucraino Zelensky ha confermato la disponibilità di Kiev a concedere lo status neutrale dell’Ucraina, una delle richieste russe, e ottiene il supporto dell’Italia “per porre fine alla guerra e promuovere una soluzione durevole della crisi in Ucraina”, ha detto il primo ministro Mario Draghi nel corso di un colloquio telefonico con Zelensky. L’Italia così si candida a un ruolo di garante della sicurezza nel processo di dialogo e negoziato tra le parti belligeranti, sempre all’interno del perimetro Nato, cercando anche un contatto col presidente russo Putin. Anche da parte del presidente della Repubblica Mattarella arriva un appello alla pace e al cessate il fuoco.
Replica piccata da parte russa alle ultime uscite di Biden affidata come di consueto al portavoce del Cremlino Dmitrij Peskov che in un’intervista all’emittente americana Pbs ha detto di ritenere “abbastanza allarmanti” le esternazioni del presidente Usa, da considerare un “insulto personale”. Peskov ha anche aggiunto che Mosca impiegherebbe l’atomica solo in caso di “minaccia all’esistenza dello Stato” e non in conseguenza della guerra in Ucraina: “Qualsiasi risultato dell’operazione in Ucraina, ovviamente, non è un motivo per l’uso di un’arma nucleare” ha spiegato Peskov.
L’intelligence britannica parla di una controffensiva ucraina a nord-ovest della capitale Kiev, oltre che a Irpin, Bucha e Gostomel, capace di respingere i russi su diversi fronti. Anche se, spiega l’intelligence UK, i russi continuano a rappresentare una “minaccia significativa” per Kiev. In altre zone del paese i russi “mantengono posizioni di blocco mentre tentano di riorganizzare e ripristinare le loro forze”. Anche da parte ucraina arriva la conferma che le truppe russe si sono viste respingere in alcune zone del paese: a 40-60 km da Kryvyi Rih, nel sud dell’Ucraina, e a 130 km a sud-ovest di Dnipro.
A Mariupol proseguono invece i pesanti bombardamenti anche se il centro della città è ancora sotto il controllo ucraino. Lo stato maggiore di Kiev fa sapere che “il comando delle forze di occupazione russe sta compensando il declino delle proprie forze di combattimento sparando indiscriminatamente colpi di artiglieria e lanciando bombe a razzi, per distruggere così le infrastrutture delle città ucraine”.
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