Domenica, in due distinti episodi, due carcerati hanno tentato di suicidarsi per impiccagione e sono stati salvati dagli agenti.
Ma i sindacati denunciano: nelle carceri situazione a dir poco drammatica e in costante peggioramento. Serve intervento del Ministero.
Tentano di suicidarsi impiccandosi. È successo ieri nel carcere di Ferrara, dove due detenuti hanno cercato di impiccarsi. In un caso si è trattato con ogni probabilità di un gesto in segno di protesta che però sarebbe potuto finire molto male se non fossero prontamente intervenute le guardie carcerarie. Lo stesso carcerato ha poi cercato di dare fuoco alla propria cella.
Lo riferisce il Sappe, il sindacato autonomo della polizia penitenziaria, che riporta anche alcuni dati sullo stato della popolazione carceraria. Solo in Emilia-Romagna, l’anno passato, ci sono stati 1.381 atti autolesionistici, 12 morti, 4 suicidi, 164 tentativi di suicidio. Inoltre si sono verificate 589 colluttazioni, 245 ferimenti, 861 danneggiamenti ai beni dell’amministrazione carceraria. A Ferrara invece gli atti di autolesionismo sono stati 174, con un suicidio e 22 tentativi di suicidio, oltre a 70 colluttazioni e 3 ferimenti. In tutta Italia invece ci sono stati 1.669 tentativi di suicidio, 57 suicidi, 11.295 forme di autolesionismo, 9.150 aggressioni.
Nelle carceri un quadro drammatico e in constante peggioramento
“Un quadro a dir poco drammatico”, commentano i vertici del sindacato, che parlando inoltre di una crescita “in costante salita”. La causa, per il Sappe, sta nelle “stanze aperte”, nella presenza di carcerati affetti da problemi di natura psichiatrica e nella mancanza di un’adeguata assistenza medica. Ma di fronte a una situazione in netto peggioramento, sia il Ministro della giustizia che l’amministrazione penitenziaria si stanno caratterizzando per l’inerzia, senza mostrare alcuna reale volontà di risolvere i problemi nati dalle riforme sbagliate degli anni scorsi.
“Probabilmente non c’è la volontà di cambiare ciò che non funziona”, commenta il sindacato di polizia che conclude auspicando che le autorità diano seguito alle indicazioni della Corte costituzionale “circa la necessità di riformare l’attuale legge che riguarda le Rems (residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza), sorte dopo la chiusura degli Opg (ospedali psichiatrici giudiziari) e le persone con problemi psichiatrici” dato che le norme attuali non assicurano né cure adeguate ai malati né la sicurezza degli operatori.