Nuovo report mondiale sulla felicità pubblicato la scorsa settimana. Ecco quali sono i Paesi in più ce n’è di più
Nel 2021, in cui c’è stata una certa ripresa dal punto di vista economico e in cui l’Italia ha vinto gli Europei, il nostro Paese è stato meno felice del 2020, quello in cui era esplosa la pandemia e c’era stato anche il lockdown. È uno dei dati più sorprendenti del decimo report World Happiness, che è stato pubblicato la scorsa settimana.
L’analisi della felicità dei Paesi nel mondo si basa su una serie di fattori attenzionati, quali tassi di criminalità, aspettativa di vita, corruzione, assistenza sanitaria, libertà individuale, risorse varie, lavoro ecc.
Al primo posto tra i Paesi maggiormente felici c’è la Finlandia, per il quinto anno consecutivo. Al secondo posto la Danimarca, e poi l’Islanda. In questa classifica che comprende gli ultimi 3 anni, quindi 2019, 2020 e 2021, nelle prime otto posizioni vi sono soltanto Stati dell’Europa del Nord.
Tra l’altro, la top ten vede al nono posto Israele e la Nuova Zelanda al decimo. L’Afghanistan chiude la classifica all’ultimo posto, il 146esimo. Il nostro Paese è al 31esimo posto, superato da Germania, Uk, Francia e Spagna ma persino dopo Arabia Saudita, Taiwan, Romania e Uruguay.
Il professor Salvatore Vassallo, che insegna Scienza politica e opinione pubblica all’Università bolognese, spiega che questa posizione in classifica «si può giustificare con l’atteggiamento meno indulgente che hanno gli italiani nel giudicare se stessi più che un’effettiva situazione così negativa. Sicuramente i Paesi scandinavi, che guidano la classifica, hanno delle condizioni economiche migliori, degli standard ambientali e urbanistici di primo ordine, offrono delle migliori prestazioni sociali, le società sono più coese ma hanno anche i loro problemi. E sono pronto a scommettere che tanta gente nel mondo sogna di trasferirsi in Italia più che in paesi freddi e con poca luce come quelli».
Si è detto concorde con questa valutazione anche l’esperto di economia sperimentale Guido Ortona, che ritiene che i dati dei diversi Stati non vadano messi a confronto, «perché per farlo bisognerebbe fare esattamente le stesse domande, avere gli stessi campioni. Più interessante è invece l’analisi sui movimenti subiti da uno stesso paese per capire come è cambiata la percezione della felicità di anno in anno, se migliora o peggiora».
Quello che sorprende, in realtà, al di là della posizione in classifica, è che nel 2020 eravamo al 25esimo posto mentre nel 2021 al 31esimo posto. Una discesa non da poco, perché ha consentito a sei Paesi di salire in classifica rispetto a noi. Non è semplice comprendere come mai l’Italia sia stata meno felice nel 2021 rispetto al 2020, in cui comunque la nazione ha affrontato una terribile emergenza e un lockdown. Vassallo ritiene che da un punto di vista statistico, si tratti di «variazioni insignificanti e potrebbero essere addirittura inferiori al margine di errore delle stesse ricerche e riflettono atteggiamenti di fondo delle persone influenzati da caratteristiche sociali e culturali che cambiano poco anche in presenza di circostanze eccezionali».
Ortona, invece, afferma che a suo parere, «nel 2020, secondo una mia impressione, proprio la pandemia e il lockdown hanno fatto emergere un sentimento di solidarietà e cooperazione negli italiani che invece, quando è ripartita la vita normale e i problemi di sempre, è stato messo da parte. Senza dimenticare che non si sono pagate le tasse, seppur per una sospensione, e questo rende più felici molte persone».