Famiglia si lancia nel vuoto all’arrivo della polizia: muoiono in 4

Suicidio collettivo di una famiglia che si è buttata dal settimo piano quando la polizia si è presentata per consegnare una notifica perché il figlio maggiore non frequentava la scuola.

Choc a Montreux, amena cittadina sul lago di Ginevra. Ma proprio questa tranquilla località svizzera è stata lo scenario di una immane tragedia.

Il balcone al settimo piano dal quale la famiglia si è lanciata nel vuoto – Meteoweek

È accaduto giovedì mattina, mentre la polizia svizzera si accingeva a notificare un mandato di accompagnamento a scuola. È stato allora che un’intera famiglia si è gettata nel vuoto, lanciandosi dal balcone al settimo piano. A precipitare al suolo sono stati in cinque: il padre e la madre (40 e 41 anni) assieme alla gemella della donna e ai due figli della coppia, un adolescente di 15 anni e una bimba di 8.

Sopravvissuto solo il figlio 15enne, anche se in gravissime condizioni

Della famiglia, che abitava in una palazzina situata in una zona centrale di Montreux, si è salvato solo il figlio quindicenne, ricoverato in ospedale in gravissime condizioni. Non sono ancora state comunicate le generalità delle vittime. La polizia ha spiegato di essersi presentata perché il figlio maggiore non frequentava la scuola e riceveva l’istruzione a casa. La scuola aveva più volte chiesto spiegazioni, senza però ricevere mai alcuna risposta. Il caso del 15enne era stato dunque segnalato alla prefettura che aveva dato incarico alla polizia di chiedere ai genitori le ragioni della loro scelta.

Quando gli agenti hanno bussato alla porta nessuno però è venuto loro ad aprire. Si sono allora allontanati per chiedere l’autorizzazione a entrare con la forza nell’appartamento. Ma in quel momento la famiglia si è buttata nel vuoto suicidandosi.

Il nucleo familiare si era trasferito in Svizzera da alcuni anni. Una famiglia molto riservata, riferiscono i media locali, che non aveva mai avuto problemi con la polizia. La madre era una dentista che a suo tempo aveva lavorato a Parigi, mentre la sorella era un’oftalmologa, un tempo alla guida della clinica universitaria di Ginevra. Il padre invece, stando ad alcune testimonianze, lavorava da casa probabilmente nel campo del commercio.

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