Vittorio Sgarbi reagisce così all’allontanamento dalla Rai di Alessandro Orsini, il sociologo accusato di essere “filo russo”.
Per il critico d’arte e opinionista si tratta di una odiosa censura della libertà di pensiero, frutto di un clima di crescente intolleranza ideologica.
Come sempre non ha peli sulla lingua Vittorio Sgarbi, intervenuto sul caso dell’epurazione di Alessandro Orsini, il sociologo allontanato da Cartabianca a causa di sue presunte posizioni “filo russe”. Dal critico d’arte prestato alla politica arrivano parole dure sulla decisione della Direzione di Rai3 di “non dare seguito” al contratto che prevedeva la presenza del prof. Orsini nella trasmissione guidata da Bianca Berlinguer.
Interpellato da Adnkronos, Sgarbi denuncia l’estromissione del sociologo come una forma di “insopportabile censura”. Si tratta, incalza, “di un tipico atteggiamento che viviamo oramai da due anni rispetto a quelli che non sono d’accordo con l’opinione dominante”.
Sgarbi: verso Orsini censura vera e propria
Un’arroganza ideologica, spiega Sgarbi, già diffusa a piene mani anche “di fronte alla totale impotenza dei medici nel caso del Covid. Ognuno di loro diceva quello che voleva ma non si poteva contraddirli”. In questo clima da caccia alle streghe, a Orsini viene riservata “una censura vera e propria” che segna, insiste Sgarbi, “l’inizio del declino della democrazia che peraltro è cominciato da un bel po’”.
Il sindaco di Sutri preannuncia una interrogazione parlamentare davanti a “una cosa che non si può neanche concepire e cioè che uno debba per forza dire quello che dicono tutti”. A riprova del clima di intolleranza fanatica Sgarbi menziona l’argomentazione fornita ieri dal premier Mario Draghi che “rispondendo a me ha tirato fuori l’argomento dei bambini uccisi. Anche un soldato russo morto conta, però. C’è questa forma di retorica che si può giustificare perché ci sono dei morti innocenti. Questo lo sappiamo, ma non è che ciò impedisca un ragionamento”.
Limitare il pensiero è una forma grave di censura
Sgarbi trova che “limitare il pensiero sia una forma di censura grave e insopportabile”. Perché un conto è fare i manichei e partigiani, un altro è cercare di ragionare sulle cose: “Orsini non è un amico di Putin oppure giustifica i bambini uccisi ma cerca di spiegare le cause in una situazione nella quale sembra che gli ucraini siano tutti buoni e i russi tutti cattivi”, conclude il vulcanico opinionista.
Nel frattempo Orsini, dopo aver appreso della decisione della Rai di rescindere il suo contratto, ha tenuto a far sapere via Facebook di aver scelto il programma di Bianca Berlinguer perché convinto fosse “una garanzia di libertà”, rinunciando a “compensi ben superiori a quello della Rai”. E per salvaguardare questo spazio di libertà si è detto “pronto a partecipare alla trasmissione di Bianca Berlinguer gratuitamente”.