Mariupol ancora sotto assedio: respinta la proposta russa di tregua-ultimatum. Ancora bombe e morti a Kiev nella notte.
La diplomazia sembra però fare qualche timido passo in avanti grazie alla mediazione israeliana.
Ieri la Difesa russa aveva proposto alle forze ucraine una tregua-ultimatum a Mariupol: un “cessate il fuoco” temporaneo a partire dalle 9:30 di oggi (le 7:30 italiane). Da quel momento in poi le truppe assediate avrebbero avuto due ore di tempo per deporre le armi e lasciare Mariupol. I russi avevano anche vincolato alla resa della città portuale la creazione di un corridoio umanitario. Stamattina è arrivata la risposta ucraina, per bocca della vicepresidente Iryna Vereshchuk per la quale “la resa non è un’opzione”. Respinta dunque la proposta di Mosca.
Intanto si cerca faticosamente di trovare un accordo. Sotto questo punto di vista Gerusalemme, ha detto il presidente ucraino Zelensky sarebbe “il posto giusto per trovare la pace”. In un video su Telegram Zelensky ha spiegato che “il primo ministro israeliano, Naftali Bennett, sta cercando di trovare un modo per negoziare con la Russia e noi gli siamo grati. Per tutti i suoi sforzi, in modo che prima o poi si possa iniziare la discussione con la Russia. Forse a Gerusalemme. Questo è il posto giusto per trovare la pace. Se è possibile”.
Di nuovo bombe nella notte su Kiev, dove una enorme esplosione ha sconvolto la capitale. Attaccato il centro commerciale Retroville nel quartiere nord-occidentale Podilsky. Nel bombardamento, che ha spazzato via le auto parcheggiate facendo un cratere largo parecchi metri, sono morte almeno sei persone, ma il bilancio delle vittime potrebbe essere provvisorio. È solo l’ultimo di una serie di attacchi della scorsa settimana, incluso quello di un condominio che domenica ha portato al ferimento di cinque cittadini ucraini.
Stando a quanto riferisce la polizia locale, sarebbe stato colpito da un raid aereo anche il villaggio di Zabuianna, nel distretto di Bucha della regione di Kiev. Ancora sconosciuto il numero delle vittime. Attacchi aerei anche a Zhytomyr, dove sono stati colpiti 13 edifici e ci sono stati alcuni feriti.
A Kharkiv invece si sono perse le tracce di un convoglio umanitario che attualmente sembra sia in mano ai russi, mentre a Chernihiv colpi di artiglieria avrebbero colpito un’autocisterna piena d’acqua e ammazzato due persone.
Non sono ancora chiare le cause che hanno causato una perdita di ammoniaca in uno stabilimento a Sumy, la città nella parte nord-orientale del paese sotto assedio delle forze russe. Le autorità hanno consigliato ai residenti di rifugiarsi nei seminterrati o ai piani più bassi delle abitazioni per evitare di esporsi alle esalazioni tossiche. È in pericolo un’area di cinque km nel raggio dell’impianto chimico.
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