Venerdì scorso, 18 marzo, due operai si erano ustionati nello stabilimento Newlat di Sansepolcro, in provincia di Arezzo, e ora l’azienda comunica in che condizioni versano i due lavoratori
Lo scorso venerdì, 18 marzo, due operai dello stabilimento Newlat di Sansepolcro (Arezzo) erano rimasti ustionati dall’acqua bollente che si utilizza durante il processo di produzione. Nello specifico, si trattava di un ragazzo di 22 anni e un uomo di 43 anni. Entrambi hanno riportati ustioni di terzo grado in diversi punti del corpo.
L’azienda si occupa di produrre prodotti da forno ed evidentemente a causare la fuoriuscita di acqua bollente e vapore (utilizzati per l’essicazione a 150 gradi) deve essere stato un guasto o un errore, ma saranno gli inquirenti a stabilirlo.
«Grazie al tempestivo intervento delle squadre di soccorso ed all’applicazione della best practice dell’azienda, che ha consentito di attivare tutti gli strumenti necessari per la tutela dei lavoratori, contrariamente da quanto diffuso da tutti i media nel primo pomeriggio di ieri, i lavoratori coinvolti nell’accaduto, per quanto al momento noto all’azienda, non hanno subito danni gravi o permanenti e che uno dei due è stato dimesso lo stesso giorno del ricovero dall’ospedale Bufalini di Cesena, mentre il secondo è stato trattenuto in osservazione», è quanto comunica l’azienda in merito all’infortunio dei due operai e alle loro attuali condizioni di salute.
La Newlat chiarisce, inoltre, che «tale precisazione si rende necessaria per sottolineare che l’azienda adotta tutte le migliori procedure per tutelare i propri lavoratori e che l’accaduto è frutto di una causalità imprevedibile, oggetto di analisi e approfondimento», chiosa.