Chi può (e che Dio) li aiuti: bolletta salata in parrocchia, parroco chiede aiuto sui social

Chi può (e che Dio) li aiuti: bolletta salata in parrocchia, parroco chiede aiuto sui social

Il caro bollette non risparmia nessuno. Così una piccola parrocchia nel Veneziano si è vista arrivare un conto salatissimo, spingendo il parroco a chiedere aiuto.

E lo ha fatto con un post su Facebook: “Oltre a tutti i pensieri, anche questo. Se hai qualche soldo in più, ti ringrazio” ha scritto il sacerdote.

Lui si chiama don Mirco Pasini, è il parroco di Torre di Fine ad Eraclea, nella provincia di Venezia. In questi giorni si è visto consegnare il conto del riscaldamento: 2.745 euro da pagare, una somma triplicata rispetto all’anno precedente. Tanto è costato riscaldare i locali della parrocchia, tra chiesa, canonica e patronato.

In un anno conto più che triplicato

Ma il sacerdote non si è perso d’animo e ha pensato di rivolgersi a tutti postando su Facebook una foto della bolletta e allegando il numero di conto corrente bancario della parrocchia. L’anno passato, ha confidato il prete al Corriere del Veneto, in questo stesso periodo le bollette oscillavano tra i 400 e i 700 euro. Ma già nei mesi scorsi il costo era balzato a 1.800 euro e adesso è arrivato a sfiorare i 3 mila euro. “Una parrocchia piccola come la mia non ce la fa” ha detto sconsolato.

Don Mirco ha voluto dunque farsi portavoce delle piccole parrocchie periferiche, strangolate dal rialzo esorbitante delle bollette. E per giunta a Eraclea ci sono stati anche i lavori per restaurare il campanile. Una spesa di 24 mila euro. Il Comune avrebbe dovuto contribuire con 10 mila euro, ma sembra che i fondi non siano mai pervenuti. Sono in tanti, lamenta poi il parroco, a chiedergli aiuto, ma ben pochi sono disposti a donare qualcosa del loro. E anche raccogliere aiuti non è sempre facile. Basti pensare che per la festa del papà, ricorda il sacerdote, la parrocchia aveva organizzato una cena per racimolare qualche offerta, il tutto nel rispetto delle regole (con Green pass e distanziamento). Ma, racconta don Mirco al Corriere “mi è arrivata la telefonata dei carabinieri, che mi hanno rimproverato per non aver chiesto il permesso”.