Col decreto Ucraina l’esecutivo guidato da Mario Draghi prova a limitare gli effetti della guerra in Europa dell’Est.
Il decreto è arrivato nella tarda serata ed è stato condiviso da tutti i partiti della maggioranza. Ora si attendono le mosse dell’Europa.
Alla fine è arrivata la decisione del governo per abbassare i prezzi e contrastare il caro benzina. Lo ha annunciato il premier Mario Draghi, che si è detto soddisfatto dell’unità d’intenti tra le forze politiche e un po’ meno per l’atteggiamento di Bruxelles, che non gradisce si faccia del nuovo debito.
Perciò, viste anche le scarse risorse a disposizione, «tassiamo una parte degli straordinari profitti che i produttori stanno facendo grazie all’aumento dei costi delle materie prime e distribuiamo questo denaro alle imprese e famiglie che si trovano in grande difficoltà» ha detto Draghi nel presentare il nuovo decreto che aiuterà famiglie e imprese a sopportare i rialzi del costo dell’energia.
Draghi: ma crisi ucraina va affrontata a livello europeo
Nel presentare il decreto, varato in notturna per evitare immediate ricadute sui mercati, il premier si è lamentato dell’inerzia dell’Europa perché, ha detto, «la crisi in Ucraina è una crisi europea e merita una risposta europea su tanti fronti» come quella fornita dopo la crisi sanitaria col Pnrr, cioè realizzando un fondo ad hoc.
SI è trattato, spiega Draghi di un «intervento redistributivo» a suo giudizio «equo da un punto di vista di giustizia sociale». La nuova manovra prevede infatti di tassare del 10% gli extraprofitti e permetterà «di evitare scostamenti di bilancio e di mantenere sotto controllo i conti pubblici».
Una manovra da 4,4 miliardi di euro
Draghi ha illustrato nella tarda serata di ieri i trenta articoli del decreto giunto in porto dopo una giornata complessa, segnata da svariati tavoli tecnici e politichi, conclusa infine col Cdm. Ne è uscita così una manovra da 4,4 miliardi di euro, illustra Draghi, che vanno ad aggiungersi ai 16 miliardi spesi l’estate passata per «per difendere gli italiani dall’aumento del costo dell’energia».
Tra le misure adottate c’è un taglio del costo dei carburanti pari a circa 25 centesimi a litro per un mese. E poi l’ampliamento del bonus sociale con un innalzamento del tetto Isee da 8 a 12 mila euro, in maniera da controbilanciare gli aumenti di luce e gas per una platea composta da circa 5,2 milioni di famiglie (contro i 4 milioni di adesso). Aumentato anche il credito d’imposta sui costi di energia e gas a beneficio delle imprese «energivore» e «gasivore», ha spiegato il premier. Le aziende potranno poi rateizzare (fino a un massimo di 24 rate mensili) le bollette di maggio e giugno. Sono stati stanziati fondi anche in favore degli autotrasportatori, degli agricoltori, della pesca, oltre al rifinanziamento della cassa integrazione per le aziende in crisi. Per contrastare la speculazione sono stati poi ampliati di poteri di Arera (l’Autorità di regolazione per energia e reti) e del Garante per la Sorveglianza dei Prezzi.
Il decreto è stato condiviso da tutta la maggioranza di governo. Adesso Draghi aspetta le mosse dell’Unione Europea, dalla quale si attende iniziative importanti dato che lo scoppio della guerra ucraina ha fatto saltare ogni previsione e rischia di mettere a repentaglio i programmi concordati negli ultimi anni.