Niccolò Melis, meccanico 22enne, si stava recando dalla sua ragazza per una cena. Era la sua “prima fidanzata”
Un giovane meccanico di soli 22 anni ha perso la vita in seguito a un incidente occorso in Strada Baganzola (Parma). Il ragazzo era a bordo della sua Alfa Mito e aveva da poco staccato da lavoro, nell’officina Olimpio. Aveva salutato il titolare e poi si era diretto verso la frazione di Vicomero, dove viveva.
Pochi, fatali, istanti. L’auto guidata da Niccolò è sbandata in un tratto rettilineo, poi è finita sulla corsia opposta e si è infine inoltrata in un prato per poi schiantarsi contro un muretto. La parte davanti del veicolo è rimasta devastata e il ragazzo è morto. Quando sono sopraggiunti soccorritori e vigili del fuoco, Niccolò era ormai in fin di vita.
La madre, disperata, è rimasta seduta in strada, di fronte ai detriti dell’auto, in lacrime. I soccorritori le avevano detto da poco che per suo figlio non c’era più niente da fare. Il ragazzo, infatti, era morto dopo pochissimo.
La sorella di Niccolò, Serena, ha detto che il fratello «doveva andare a cena dalla ragazza quella sera, la sua prima fidanzata. Io stavo rientrando verso casa, mi sono ritrovata incolonnata a causa di un incidente. Non immaginavo che potesse trattarsi di mio fratello. Il mio compagno è sceso per andare a controllare la situazione, ed è tornato in lacrime. A quel punto ho capito. Ho lasciato l’auto in mezzo alla strada e sono corsa nella piazzola. Mi è crollato il mondo addosso».
Il 22enne abitava con sua madre e tre sorelle, mentre il padre abitava a Milano. La sorella rammenta che Niccolò «la mattina usciva in macchina e portava a scuola la sorellina, perché nostra madre iniziava presto il turno in fabbrica. Poi andava al lavoro e la sera tornava a casa. Era un pilastro per la nostra famiglia. Se ne va via un pezzo di cuore».
L’ultima persona che ha visto Niccolò prima del drammatico incidente è stata Fabio Olimpio, 48 anni, titolare dell’officina in cui il ragazzo lavorava come meccanico. «Per me era come un figlio, si confidava, mi raccontava i suoi pensieri, ciò che gli accadeva. Era un lavoratore instancabile, sempre presente e preciso. Amava le macchine e la meccanica. Fuori da lavoro un ragazzo educato, sempre umile», ha raccontato il titolare.
Olimpio ha raccontato che quella sera, proprio lui è stato tra i primi che si sono ritrovati di fronte la scena del sinistro. Questo perché alcuni minuti dopo che Niccolò era andato via, si era messo in macchina e stava marciando nella stessa direzione del ragazzo. «Ho riconosciuto immediatamente l’auto di Niccolò. Mi sono avvicinato e ho scoperto che ormai se n’era già andato», ha chiosato Olimpio.
Madre e sorella di Niccolò, come il resto dei familiari, sono affranti dal dolore e la sorella racconta ancora:«Continuiamo a chiederci che cosa sia successo, se ci sia stato un guasto tecnico all’auto, se Niccolò abbia sterzato per evitare una macchina in sorpasso o un animale».
Nel frattempo, la polizia locale parmense sta indagando per capire le cause dell’incidente. L’Alfa Mito di Niccolò è posta sotto sequestro per esaminarla e comprendere cosa possa essersi verificato.