Continua il viaggio di MeteoWeek nella rivoluzionaria prospettiva del reddito di base. Questa volta incontriamo una delle anime del movimento italiano che lo sostiene.
Il reddito di base universale può essere una delle più grandi rivoluzioni sociali di tutti i tempi e numerosi economisti ed intellettuali nel mondo si stanno impegnando per l’adozione di questo strumento contro la precarietà e le disuguaglianze. L’Europa ha un’opportunità storica grazie al referendum in corso.
Il lavoro diventa sempre più povero e più precario, ma soprattutto viene progressivamente cancellato dalle macchine. E’ questa la prospettiva che ancora la gran parte della gente non è riuscita ad assorbire. Pertanto sono necessari i lavori e le analisi di quegli studiosi che spiegano come il paradigma secondo il quale il lavoro è qualcosa di necessario per sopravvivere stia andando progressivamente in crisi.
Giuseppe Allegri
MeteoWeek incontra Giuseppe Allegri, socio fondatore del Basic Income Network – Italia, rete italiana per lo studio e l’introduzione del reddito di base/basic income, autore del volume Il reddito di base nell’era digitale. Oltre ad essere uno studioso è anche un attivista impegnato nella raccolta di firme per consentire finalmente un reddito di base garantito a tutti nei paesi membri dell’Unione Europea.
Quale potrebbe essere la funzione “politica” dell’Iniziativa dei Cittadini Europei (ICE) sull’introduzione di redditi di base incondizionati nei 27 Stati dell’UE?
“La richiesta di introduzione di un reddito di base universale e incondizionato nei 27 Stati dell’UE, che si può sottoscrivere fino a giugno 2022 direttamente sul sito https://eci.ec.europa.eu/014/public/#/screen/home (dove si raccolgono le firme con il numero di un documento di identità), esplicita la necessità di rendere operativa una concreta solidarietà europea, tra cittadinanze e istituzioni, per lottare contro precarietà e insicurezza, al tempo della pandemia e per affermare finalmente un’Europa sociale, oltre quella economica e monetaria, nelle transizioni ecologica e digitale, come modello opposto agli istinti belligeranti dei nazionalismi che ora vediamo nuovamente all’opera nell’aggressione russa all’Ucraina in Europa orientale.”
Il futuro è quindi nel senso di un nuovo modello sociale europeo a partire dal reddito di base?
“Questo l’auspicio: tornare a pensare lo spazio continentale come spazio globale di immaginazione istituzionale di nuovi strumenti di protezione e sicurezza sociale, nel senso di tenere insieme eguaglianza e libertà, autonomia individuale e solidarietà collettiva, dentro le sfide della società digitale e automatica, che stiamo già vivendo, quando la promozione e la protezione della dignità umana, in un quadro di ecologia sociale e politica, torna ad essere il primo e fondamentale obiettivo del vivere associati. Il tutto con lo sguardo rivolto alle generazioni più anziane e a quelle presenti e future. Un nuovo patto sociale europeo con al centro il reddito di base come diritto ad un’esistenza degna, quanto più libera e solidale
possibile.”
Giuseppe Allegri è socio fondatore del Basic Income Network – Italia e docente a contratto presso il Dipartimento CoRiS di Sapienza, Università di Roma. Le sue analisi e riflessioni hanno toccato numerosi temi ed hanno caratterizzato la sua collaborazione con centri di ricerca, università, riviste e periodici. È redattore di OperaViva Magazine, tra i suoi tanti studi, analisi e testi ricordiamo “Il reddito di base nell’era digitale” (2018).