Ieri a Taranto la Fregata ‘Carabiniere’ della Marina Militare si è vista accogliere da sassi e insulti. È successo mentre la nave stava passando nel canale navigabile prima di dirigersi nel Mar Piccolo. È stato allora che, al grido di “assassini” e “vergogna”, è partito un lancio di pietre e oggetti da parte di un gruppetto di circa venti persone.
La Digos sta identificando gli autori del gesto. Si tratterebbe di attivisti dei centri sociali.
Ora rischiano di essere incriminati per manifestazione non autorizzata e vilipendio di corpo armato dello Stato.
La nave Carabiniere, parte del programma Fremm della Marina Militare, era tornata a Taranto dopo aver svolto dei lavori nei bacini dell’Arsenale militare. Varata nel 2014 e messa a disposizione della Marina l’anno successivo, la nave è lunga 145 metri e può portare fino a 6.700 tonnellate, con un equipaggio di 168 militari. Può essere impiegata anche nel contrasto al naviglio ostile e nelle operazioni antisommergibili.
Mondo politico unito nella condanna del gesto
La sassaiola è scattata improvvisamente dal lato città vecchia del canale navigabile. Pressoché unanime la condanna da parte del mondo politico. A cominciare dal ministro degli Esteri Luigi Di Maio che ha stigmatizzato l’accaduto condannandolo fermamente: “La violenza stessa è sempre da condannare” ha detto il ministro che ha ricordato l’impegno dei militari e delle forze dell’ordine a tutela dei cittadini. Solidarietà all’equipaggio della nave era arrivata già nella giornata di ieri anche dal ministro della Difesa Lorenzo Guerini.
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Giudizi di condanna anche da Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, che ha deplorato l’”offesa a chi ogni giorno, con indosso una divisa, difende l’Italia con coraggio e sacrificio. Questo non è pacifismo, è idiozia”. Andrea Marcucci (PD) ha parlato di “un atto di teppismo”, mentre Forza Italia, per bocca della capogruppo in commissione Difesa a Montecitorio Maria Tripodi e del senatore pugliese Luigi Vitali, ha definito il gesto “di gravità inaudita”.
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Si è fatto sentire anche il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie Mariastella Gelmini qualificando l’accaduto come “un episodio inaccettabile ad opera di un gruppo ristretto di persone che di certo non rappresenta il sentimento che lega l’Italia ai propri militari”. È la prima volta che a Taranto, storicamente legata alla Marina Militare, fonte di sostegno anche per l’economia locale, va in scena una contestazione del genere.