Polemica a colpi di toponomastica dopo la decisione della Difesa di rimuovere il nome di Italo Balbo dagli aerei di Stato, quelli usati da premier e primi ministri, oltre che per trasportare malati gravi e le missioni di pubblica utilità. Come era prevedibile, la decisione del Ministero della Difesa ha acceso la polemica politica.
E così è arrivata la provocazione: via Italo Balbo dagli aerei di Stato? E allora via anche Palmiro Togliatti dalle strade italiane a lui intitolate.
La storia è da sempre terreno di scontro politico, puntualmente partito dopo la decisione della Difesa di cancellare il nome del gerarca fascista dalla carlinga degli aerei del 31° Stormo.
Una decisione presa dopo l’interrogazione in Parlamento del leader di Sinistra italiana, Nicola Fratoianni, che aveva interpellato al riguardo il ministro Guerini e comprensibilmente ha commentato con soddisfazione la sua iniziativa. Di tutt’altro avviso il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri che rilancia con una provocazione chiedendo di compensare la cancellazione del nome di Balbo con un colpo di spugna su quello di Palmiro Togliatti che, afferma Gasparri, “si è macchiato di enormi delitti, dalla repressione e il massacro degli anarchici in Spagna, all’agghiacciante lettera sugli alpini in Russia, fino alle manovre contro Antonio Gramsci”.
Il senatore berlusconiano invita perciò a revocare l’intitolazione delle tante strade italiane che portano il nome dello storico segretario del Pci. Favorevole alla cancellazione del nome di Balbo è invece lo storico Sandro Portelli, autore di un importante libro sulla strage delle Fosse Ardeatine, che trova “inaccettabile” che un aereo della Repubblica Italiana sia intitolato a chi ha combattuto contro di essa, mentre l’ex ministro della Difesa Ignazio La Russa attacca la “vergogna” della “cancel culture” che sull’esempio dei talebani vuole cancellare la storia e ricorda che il nome di Balbo era riportato sul velivolo “n quanto fondatore dell’Aeronautica ed era giusto che venisse ricordato”.
Scoppia anche il caso di Maria Bergamas
Sulla stessa falsariga anche i parlamentari di Fratelli d’Italia della commissione Difesa, Salvatore Deidda, Davide Galantino e Giovanni Russo, che hanno annunciato una nuova interrogazione da presentare al ministro Guerini. E sempre FdI apre un nuovo caso. Francesco Lollobrigida, capogruppo di FdI alla Camera, ha scritto al presidente della Repubblica Sergio Mattarella per chiedergli di intervenire “con la sua autorevolezza” a “rendere giustizia a Maria Bergamas”.
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Maria Bergamas è la contadina che nel 1921 scelse un corpo sconosciuto tra quelli di alcuni dei soldati morti nella Prima Guerra mondiale in modo che venisse sepolto presso l’Altare della Patria a Roma diventando dunque la madre simbolica del Milite Ignoto. Il comune di Guidonia Montecelio, nella periferia della capitale, ha stoppato l’iter per dedicarle una strada perché considerata “sostenitrice del Ventennio”.
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Da qui la polemica di FdI contro un altro caso di ‘cancel culture’ che rappresenta, denuncia Lollobrigida, “un grave oltraggio a uno degli emblemi della vittoria italiana nella Prima Guerra Mondiale, oltreché una pesante offesa ad un simbolo dell’unità nazionale”. Tanto più, ricorda l’esponente di Fratelli d’Italia, che era stato proprio Mattarella a rendere omaggio alla tomba di Maria Bergamas in qualità di Capo dello Stato.