Ucraina, le parole choc di un noto pianista russo:«Dovremmo essere più rigorosi con ucraini e tagliare loro l’elettricità»

Il noto pianista russo Boris Berezovsky, intervenuto in una trasmissione russa, ha detto che i media occidentali non dicono la verità e che bisognerebbe togliere l’elettricità a Kiev, pressando di più la capitale ucraina

 

Il famoso pianista russo Boris Berezovsky, intervenuto in una trasmissione del suo Paese in onda su Pervyi Kanal (la maggiore emittente televisiva russa, ndr) per parlare della guerra in Ucraina, ha dichiarato che i media occidentali non raccontano la verità e che a Kiev dovrebbero tagliare l’elettricità, pressando maggiormente sulla capitale che da tre settimane sta subendo l’invasione delle truppe di Putin.

Le parole che hanno lasciato interdetto il mondo della musica sono:«Capisco che abbiamo pietà per gli ucraini, che stiamo andando piano, ma non dovremmo essere più rigorosi, circondarli e tagliare loro l’elettricità?».

Guerra Russia-Ucraina-meteoweek.com

Le sue parole hanno destabilizzato anche un ufficiale russo, ospite in trasmissione, che ha frenato il pianista spiegando l’importanza di evitare che si verifichi «una catastrofe umanitaria» in Ucraina. L’ufficiale ha poi aggiunto che «l’importante è vincere la guerra di opinione in Russia, dopo di che il mondo intero ci capirà».

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Le affermazioni del noto pianista russo hanno scatenato critiche e indignazione da parte dei suoi colleghi, tant’è che su Twitter, il pianista tedesco Lars Vogt ha “cinguettato”:«Sono sbalordito da queste dichiarazioni del mio ex amico Boris Berezovsky, ma le sento uscire dalla sua bocca». Il musicista, che attualmente è direttore d’orchestra della Paris Chamber Orchestra, ha detto senza termini:«Questa amicizia è ufficialmente finita».

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Alle dichiarazioni del pianista tedesco si aggiungono anche quelle di un altro collega di Berezovsky, il pianista francese François-Frédéric Guy, che a France Musique ha detto:«Quello che vedo e ascolto è semplicemente insopportabile. Ha messo a disagio quasi tutti noi, i colleghi, la professione e non solo».

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