Pensavamo che la Guerra Fredda fosse finita da trent’anni, che fossimo alla fine della Storia con la “S” maiuscola, che i confini fossero diventati relativi, che il mondo e l’umanità si dirigessero verso un progresso inarrestabile in cui la cooperazione e lo sviluppo tecnologico l’avrebbero fatta da padroni. Non sarà così.
La guerra in Ucraina sta dipingendo un futuro molto diverso da quello che immaginavamo. Il ritorno di una visione novecentesca del mondo sarà predominante, con grandi schieramenti di nazioni con politiche e geografia molto diverse tra loro.
Ci sono degli elementi nel nuovo corso della storia che l’invasione russa iniziata il 24 febbraio del 2022 hanno cambiato radicalmente. In questa prospettiva abbiamo provato a descrivere brevemente ciò che è molto complesso e determinerà il futuro nostro e delle prossime generazioni.
Dal crollo del Muro di Berlino e dalla fine del Comunismo pensavamo che i Paesi sotto l’influenza sovietica sarebbero diventati “occidentalizzati” e “globalizzati”. Non sarà così, la pesanti sanzioni imposte alla Russia non potranno che portare a un inevitabile isolamento del Paese governato da Vladimir Putin. Il “presidente zar” è ancora saldamente al comando, il tentativo imposto da queste sanzioni è quello di riuscire a isolarlo all’interno della sua stessa nazione, mettendogli contro quegli oligarchi che si sono enormemente arricchiti grazie ai commerci con l’Europa e il Nord America.
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Non è improbabile ma ci vorrà tempo prima che siano gli stessi russi (sia la potentissima classe dirigente che i cittadini) a decidere che è ora di cambiare. Da non sottovalutare il grave fenomeno della russofobia, con la cancellazione di tutto ciò che è la cultura russa dalle nostre vite: una vera e propria discriminazione che non giova a nessuno e alimenta il sentimento di odio verso il Paese.
Sembrava destinata a entrare nell’Unione europea, si troverà probabilmente sotto l’influenza russa o comunque in una posizione di neutralità. Sicuramente non entrerà nella Nato. Così ha voluto Putin che ha fatto ben capire che non vuole nazioni non-amiche al confine e soprattutto non vuole contingenti militari che non siano a lui graditi davanti al suo Paese.
Zelensky potrà piacere o meno ma è stato democraticamente eletto, difficilmente sarà lo stesso per il suo successore. E il futuro del presidente ucraino è molto difficile: finire nella mani dei russi e rischiare di morire o lasciare Kiev, che presto sarà presa dai russi, e scappare per rimanere un esiliato. Altre strade appaiono al momento improbabili.
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Se la Russia si isola, si ferma il mondo uno e solo. Assieme alla nazione di Putin si può immaginare che quei Paesi che vivono sotto la sua influenza e quelli che le rimangono fedeli lo stop sarà comunque evidente. La Brexit era stato un segnale importante sebbene non tragico come l’assedio ucraino, le politiche di Trump hanno portato gli USA verso una sorta di introspezione economica, la pandemia aumentato le distanze geografiche e sociali.
Senza parlare della Cina che ha scelto, anche solo per il fatto di aver taciuto sugli orrori di Putin, di stare con la Russia. Una scelta che però non potrà che avere delle conseguenze visto che i commerci del Paese guidato da Xi sono soprattutto con Europa e e Stati Uniti i quali hanno già dichiarato che limiteranno il dialogo con Pechino.
L’arrivo di Mario Draghi ci aveva illuso che l’Italia avrebbe avuto una maggiore importanza all’interno dell’Ue. La guerra ha invece messo in risalto il ruolo di Macròn e dei politici tedeschi, mediatori con Russia e Stati Uniti in questa nuova Guerra Fredda. Il ruolo di Francia e Germania appare quindi decisamente rilevante per l’Unione europea la quale ha saputo compattarsi dopo le difficoltà dovute alla pandemia. Possiamo immaginare che, anche grazie all’abbandono da parte dei partiti europei delle loro posizioni ultra-nazionaliste e filo-russe, che il Vecchio Continente possa diventare un attore fondamentale nello scacchiere mondiale.
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Abbandonare il gas, differenziare i fornitori, spingere per la transizione ecologica: questi saranno elementi indispensabili per il futuro dell’energia dopo la decisione delle sanzioni russe e la rinuncia progressiva ai suoi elementi energetici. Si parla anche di ritorno al nucleare in Italia, di certo dovremo trovare nuove fonti energetiche e quelle rinnovabili da sole al momento non hanno la capacità per essere sufficienti.
Questo è forse l’unico elemento positivo del conflitto in Ucraina. La popolazione civile che fugge dal Paese sarà accolta in Europa, i fondi per i profughi saranno aumentati e in generale il sentimento verso coloro che scappano dalla guerra è di solidarietà. Tutto il contrario di ciò a cui ci eravamo abituati a pensare verso i rifugiati, soprattutto di quelli che venivano dall’Africa. Persino uno come Matteo Salvini ha dovuto cambiare la sua narrativa politica e parlare finalmente di accoglienza. La speranza è che se vale per gli ucraini valga per tutte quelle persone che vanno via dalle proprie case e vengono in Occidente nella speranza di trovare un futuro migliore.
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Sembrava diventato un organo quasi inutile, ora è l’arma di difesa contro le pressioni russe. Putin ha invaso l’Ucraina perché non voleva la Nato, sui suoi confini ma ora si troverà l’Alleanza Atlantica più salda proprio contro di lui, un grave errore di strategia per lo Zar. Chi fa parte della Nato non viene attaccato dalla Russia, chi ne è fuori rischia.
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