Mykola Valentinovych è uno dei tanti giovani militari russi che si trovano in Ucraina, impegnati nel conflitto armato voluto da Mosca. È uno dei soldati fatti prigionieri dall’esercito ucraino dopo essere stati feriti. In una conferenza stampa organizzata dall’Ukraine Media Center Mykola ha raccontato la propria storia.
Il giovane soldato ha detto dove è nato e cresciuto: in un piccolo villaggio nella parte occidentale della Russia. Il servizio di leva per lui ha avuto inizio verso la fine giugno del 2021.
Successivamente Mykola ha prestato servizio in artiglieria, per due mesi. E poi, nei primi giorni di febbraio 2022 è stato mandato a fare esercitazioni nella regione russa di Kursk, non lontano dal confine ucraino.
Finché non è arrivato il 23 febbraio, vigilia dell’attacco, quando in serata il comandante gli ha comunicato di prepararsi a combattere. “Io non pensavo che fosse una cosa seria quella di invadere l’Ucraina” ha detto il soldato semplice Mykola.
Anche i coscritti mandati a combattere in Ucraina
“Ci avevano sempre detto che i coscritti non li avrebbero mandati in guerra, invece ci hanno mentito”, ha spiegato Valentinovych che poi si è appellato direttamente al presidente russo: “Signor presidente della Federazione Russa, non capisco perché diciate che qui non ci sono coscritti. Perché ci hanno mandato qui? Qui ci uccidono e credo che la colpa di questo sia sua. Le chiedo di finirla“.
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Il soldato ha anche riferito dei numerosi problemi incontrati nella campagna militare: la carenza di carburante e di scorte di cibo, i commilitoni caduti, oltre al suo personale ferimento. Dopo aver ricevuto le cure, nei pressi di Romny, racconta anche del tentativo di fare ritorno in Russia sventato dalla cattura da parte dei soldati ucraini, avvenuta il 7 marzo.
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I feriti, riferisce Mykola, si trovavano in fondo alla colonna e sono stati accerchiati dalle truppe ucraine. Valentinovych, che incolpa della cattura il comando, disinteressatosi della sorte dei soldati feriti in battaglia, conclude così il suo racconto: “Nonostante ci trattino bene, sono invidioso di chi del mio esercito, avendo soldi, è riuscito a corrompere il comandante, per non venire qui in Ucraina. Evidentemente loro sapevano cosa sarebbe successo”.