Ucraina, Gen. Graziano: “Putin ha fatto male i calcoli, ora non può perdere ma nemmeno vincere”

Sembrava destinata a durare poco la resistenza delle truppe ucraine all’offensiva lanciata da Mosca. Lo ha confessato, nel corso di un’intervista concessa a al ‘Corriere della Sera’, il generale Claudio Graziano, alla guida del Comitato militare dell’Unione Europea.

Quando diciotto giorni fa il comitato si è riunito per la prima volta nella sala di crisi, ha raccontato Graziano, era convinzione comune che l’esercito dell’Ucraina “sarebbe collassato nel giro di poco tempo”.

Mosca però, spiega Graziano, ha preparato la guerra “sulla base di informazioni certamente non corrette”.

Secondo il generale Claudio Graziano “Putin non può perdere, ma non può nemmeno vincere” – Meteoweek

Fino ad ora, prosegue il generale, il sistema di difesa aerea si è rivelato come la parte più efficiente delle forze ucraine. Anche in questo caso i russi non avrebbero fatto bene i loro calcoli, credendo di primeggiare agevolmente nei cieli.

Una battaglia dura, ma dall’esito tutt’altro che scontato

Per Graziano Mosca è svantaggiata dal fatto di non avere “la capacità tecnologica dell’Occidente” perchè “spende la maggior parte del suo bilancio militare per il sistema di armi nucleari” – Meteoweek

Tuttavia, spiega Graziano, la situazione è mutevole e le cose potrebbero cambiare in ogni momento, tanto più che “i bombardamenti nell’Ovest non lasciano presagire niente di buono”.

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Quella che si sta svolgendo sul suolo ucraino “è una battaglia dura – prosegue il generale italiano – i russi stanno aumentando i livelli di violenza, rischiando un grande bagno di sangue in più di una città, a cominciare da Kiev”. A risultare decisive potrebbero certamente essere “le capacità militari e morali degli ucraini”, considerato che la Russia non possiede la strumentazione tecnologica occidentale, visto che gran parte della sua spesa militare è destinata all’armamentario atomico.

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“Putin non può perdere, ma non può nemmeno vincere”, afferma Graziano, secondo il quale sulla no-fly zone deve decidere l’Onu, come è successo in Liba. Altrimenti, senza una copertura dell’Onu, il blocco aereo “sarebbe un atto di guerra contro la Russia”.

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