Vietato usare la parola “guerra” per chi, in Russia, vuole esprimere un dissenso nei confronti del conflitto. Dal 4 marzo, infatti, una legge proibisce l’utilizzo di questo termine per dare una definizione all’invasione russa in Ucraina, che si può chiamare “operazione militare speciale”. I manifestanti, quindi, che in questi giorni scendono in piazza per invocare la pace, hanno trovato dei modi alternativi per scrivere sui cartelli l’innominabile parola.
La frase “No alla Guerra”, presente nella maggior parte dei cartelli dei manifestanti che protestano contro l’invasione decisa da Putin, è stata così sostituita da otto asterischi.
Otto, come le lettere che compongono la frase incriminata. Chiunque protesti in questo momento in terra russa, deve sapere che qualunque altro modo di definire l’operazione militare, viene considerato dal governo “notizia falsa” o “diffamatoria dell’esercito russo”.
Per questa ragione, in Russia, si viene perseguiti penalmente. Dal 2014 ogni manifestazione non autorizzata dalla polizia, è punita con pene dai 15 giorni fino a 5 anni di carcere.
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