Prosegue senza esclusione di colpi il conflitto armato sul suolo ucraino, dove nelle ultime ore due persone sono morte a Kiev a causa di una granata che ha colpito un palazzo di nove piani nella parte nord-occidentale della città. Oltre ai due morti ci sarebbero anche tre feriti. Sarebbero invece 20 i morti nel Donbass dopo un attacco nella regione di Donetsk, come riportato da parte russa.
Una tragedia nella tragedia della guerra è il capitolo che riguarda la morte dei più piccoli. È stato aggiornato il triste bilancio dei bimbi morti o feriti dall’inizio dell’offensiva: sarebbero almeno 100 quelli rimasti uccisi e quasi 100 i feriti.
Fino alla giornata di ieri erano arrivati a 85 i bambini uccisi, fanno sapere su Telegram le autorità ucraine, per la maggior parte concentrati nelle zone di Kiev, Kharkiv, Donetsk, Chernihiv, Sumy, Kherson, Mykolaiv e nell’area di Zhytomyr.
Sabato, nel suo intervento alla manifestazione per la pace di Firenze, il presidente ucraino Zelensky aveva comunicato che i bambini morti fino a quel momento erano 79, implorando che l’orrenda contabilità si arrestasse a quel numero. Ma invano, come stanno a mostrare le nuove cifre delle piccole vittime diffuse nella giornata di oggi.
La ripresa dei negoziati
Stamattina, verso le 09:30 ora italiana, sono ripresi i negoziati tra le delegazioni, la russa e l’ucraina, per cercare di arrivare a un accordo tra le parti belligeranti. A comunicarlo è stato Anton Gerashchenko, consigliere del ministro degli interni dell’Ucraina. C’è ovviamente molta trepidazione sui risultati dei negoziati, anche se nella giornata di ieri il capo della delegazione ucraina Mikaylo Podolyak ha aperto uno spiraglio con la dichiarazione che “la Russia sta cominciando a parlare in modo costruttivo”, la più positiva fino ad adesso. “Penso che otterremo alcuni risultati nel giro di pochi giorni”, ha spiegato il negoziatore che ha ribadito le condizioni richieste da parte ucraina: “pace, cessate il fuoco immediato, ritiro di tutte le truppe russe”.
Lo scopo della delegazione ucraina “ha il chiaro compito di fare di tutto per realizzare un incontro tra i presidenti”. Lo ha affermato il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, prima del nuovo round di colloqui tra le due delegazioni. Il presidente ucraino ha anche ribadito che le due delegazioni si parlano giornalmente in videoconferenza. Da parte russa, il ministro degli Esteri Serghei Lavrov ha dichiarato invece che “dal territorio dell’Ucraina non deve arrivare nessuna minaccia per la Russia“.
Finora arrivati in Polonia quasi 1,8 milioni di profughi dall’Ucraina
In Ucraina c’è anche Ramzan Kadyrov, il carismatico leader ceceno, che ha fatto sapere di trovarsi all’interno del territorio ucraino assieme all’esercito russo. Kadyrov, accusato di aver gravemente violato i diritti umani in Cecenia, lo ha reso noto attraverso un video su Telegram nel quale si mostra in uniforme militare mentre è impegnato a esaminare piani militari con dei soldati.
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Nel frattempo sono arrivate alcune cifre sul numero dei profughi dal paese in guerra: sarebbero quasi 1,8 milioni – circa 1.758 milioni per la precisione, fanno sapere da Varsavia – gli esulti accolti dalla Polonia in quella che il Ministro degli Esteri italiano Luigi Di Maio ha definito “la più grave crisi politica militare e umanitaria in Europa dai tempi della seconda guerra mondiale”.
Gazprom continua coi rifornimenti di gas all’Europa
Il Ministro delle Finanze russo Anton Siluanov ha reso noto che Mosca dispone dei fondi sufficienti per rimborsare il proprio debito pubblico, smentendo le voci circolate sule difficoltà incontrate dalla Russia nel campo del debito. Siluanov ha definito senza “nessuna base economica reale” la manovra straniera volta a “organizzare una bancarotta artificiale” della Russia attraverso il “congelamento dei conti in valuta estera della Banca di Russia e del governo della Federazione Russa”.
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Dal colosso statale russo Gazprom fanno sapere che la compagnia continua a fornire gas all’Europa attraverso l’Ucraina con un quantitativo praticamente invariato rispetto a quello previsto dai contratti a lungo termine (109,5 milioni di metri cubi giornalieri).