La rivalità calcistica ha visto ieri prendere “spunto” dalla guerra in corso, con la comparsa sui social di uno striscione con le coordinate della città di Napoli e la bandiera della Russia e dell’Ucraina, che sembrerebbe suggerire un bombardamento sulla città partenopea. Non è la prima volta che tra le due tifoserie si accendono botta e risposta, tra i quali si ricordano la frase che campeggiò in Curva B negli anni ’80 con la frase “Giulietta è una z…”
Lo scrittore Maurizio De Giovanni ha commentato lo striscione sui suoi profili social: «Il raffinato, intelligente e geografico striscione della curva veronese, che dà ai missili russo ucraini la corretta localizzazione dell’obbiettivo. Per chi non lo sapesse, sono le coordinate della mia città».
« Sempre ammirevolmente pronti a cogliere elementi di stretta attualità per rinnovare la propria profonda idiozia razzista. Solo per farci capire con un plastico esempio a che punto può arrivare l’imbecillità (sub)umana, e come in un cervello troppo angusto possano mescolarsi cose molto serie e fesserie».
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Tra i precedenti della tifoseria veronese, accusata di razzismo, il fantoccio nero con il cappio intorno al collo esposto durante un derby contro il Chievo Verona, nel 1996, con uno striscione che recitava in dialetto veneto “El negro i ve là regalà. Dasighe el stadio da netar!”(l nero ve lo hanno regalato, dategli lo stadio da pulire), per contestare la trattativa della società per l’acquisto di Maickel Ferrier, difensore del Volendam.