Hanno scopeto il suo corpo privo di vita all’interno del bagno aziendale. Ma solo l’autopsia potrà dire di più sulla morte del 38enne Emil Vitillo, trovato senza vita nell’azienda di frigoriferi dove lavorava come capo reparto. L’uomo è deceduto venerdì mattina presso la fabbrica della Vitrifrigo di Vallefoglia, in provincia di Pesaro, dove lavorava da dodici anni.
Vitillo, nativo del Riminese, viveva con la famiglia (la compagna e un bimbo piccolo) a Montelabbate, dove aveva acquistato casa e stava per diventare padre per la seconda volta.
Il malore che lo ha colpito improvvisamente al cuore non ha lasciato scampo a Vitillo, malgrado i tentativi di rianimazione prima dei colleghi poi del personale medico del 118. A quanto si sa l’uomo era in salute e nulla ne faceva presagire una possibile dipartita.
Dalle prime ricostruzioni emerge una giornata di routine: come ogni giorno Emil si era recato normalmente al lavoro, quel venerdì mattina. Poco prima delle otto aveva timbrato il cartellino e indossato la tuta di lavoro. Ma poi si era come dileguato e verso le 10 i suoi colleghi, preoccupati di non vederlo più, hanno cominciato a ricercarlo all’interno dell’ampio stabilimento. Finché non lo hanno trovato in uno dei bagni, chiuso dall’interno. Dopo aver sfondato la porta i colleghi lo hanno trovato col cuore fermo e hanno iniziato le manovre di rianimazione. Ma non c’è stato nulla da fare.
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La sua morte ha colpito tanti. Molti i messaggi di cordoglio degli amici arrivati attraverso i social. I più lo ricordano come una persona piena di umorismo, solare, capace di strappare una risata a chi gli stava vicino. Ora solo l’autopsia disposta dalla procura potrà dire cosa ha ucciso il 38enne.
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Allo stato attuale non è stata esclusa alcuna pista, dal malore al possibile uso di sostanze che possono aver provocato l’attacco di cuore.