La ragazza veniva anche picchiata se “non si comportava bene”, in una occasione è stata perfino violentata.
Utilizzavano la figlia di 15 anni come “merce di scambio” schiavizzandola e spingendola a convivere col padrino di cresima. Sesso e servitù in cambio di cibo e denaro. È successo a Catania: la minorenne doveva preparare i pasti e occuparsi della casa del “compare”. I genitori della ragazza, che intervenivano spesso per rappacificare i due dopo le liti, avrebbero ripreso e picchiato la quindicenne invitandola a “comportarsi bene” col padrino, un uomo con precedenti per reati contro la persona e porto d’armi. E almeno in una occasione il padrino avrebbe violentato la ragazzina costringendola contro la sua volontà ad avere con lui un rapporto sessuale. Un’altra volta l’uomo l’avrebbe invece chiusa in casa picchiandola per punirla di essersi ribellata.
Adesso i tre dovranno rispondere di reati gravissimi per questi fatti che risalgono all’ottobre del 2020. Sono stati infatti arrestati dai Carabinieri di Catania i genitori della quindicenne, un uomo e una donna di 49 e 41 anni, assieme al padrino di 43 anni. Gli arresti giungono al termine di un’inchiesta scattata nel novembre 2021. Adesso i tre dovranno rispondere di svariati reati quali riduzione in schiavitù, atti sessuali con minorenne, violenza sessuale, sequestro di persona, cessione di sostanze stupefacenti, detenzione e porto abusivo di armi clandestine, ricettazione e minaccia a pubblico ufficiale.
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I due genitori della vittima versavano in gravi difficoltà economiche e hanno pensato di “cedere” la figlia per risolverle. Hanno abusato così della potestà genitoriale esercitando nei confronti della ragazzina un vero e proprio “diritto di proprietà” costringendola con la violenza a sottomettersi anche sessualmente al padrino di cresima per avere in cambio da lui cibo e denaro.
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Il padre della ragazza, un pregiudicato per gravi reati penali, era stato contattato dai servizi sociali a motivo dei problemi scolastici della figlia più piccola, di dieci anni, a sua volta oggetto dei desideri sessuali del padrino. Il genitore in quell’occasione avrebbe minacciato l’assistente sociale per costringerla a non far partire le visite a domicilio. Sempre il padre aveva venduto droga (marijuana) a un minorenne nella comunità alla quale era stato affidato dal Tribunale minorile, oltre a detenere clandestinamente armi da fuoco sequestrate dagli agenti nel corso dell’indagine. Il padre e il padrino della quindicenne si trovano ora in carcere, mentre la madre è stata trasferita ad Avellino, nell’“Istituto a custodia attenuata per madri”.
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