Russia, l’escamotage dei manifestanti per evitare la censura del governo

Sono quasi 14mila i russi arrestati anche soltanto per un tweet di protesta. Diverse persone hanno rimosso il proprio account, ma c’è anche chi ricorre a messaggi cifrati per organizzare manifestazioni

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Un linguaggio cifrato per comunicare senza essere censurati dal governo russo. È questo l’escamotage utilizzato dall’opposizione in Russia per passarsi informazioni e organizzare proteste contro Putin, tramite l’uso di emoji. Si tratta di un’idea per aggirare le imposizioni del governo, che nei giorni scorsi aveva emesso una legge per cui si prevedono fino a 15 anni di prigione per coloro che in Russia supportino l’Ucraina, o critichino l’invasione da parte delle truppe russe o anche soltanto dicano la parola “guerra”.

Per radunarsi in piazza a Mosca, i manifestanti hanno organizzato l’evento di protesta tramite diffusione sui social dell’immagine del poeta russo Pushkin, il numero 7, che stava a significare l’ora dell’incontro, e l’emoji ripetuta più volte con un uomo che sta camminando. Un trucchetto per evitare censure repentine da parte del governo, che così non riescono a prevedere i movimenti dei manifestanti.

In Russia, i cortei non autorizzati sono vietati da otto anni, e puniti con 15 giorni di carcere per chiunque osi soltanto dire una frase che sia contro l’amministrazione governativa.

twitter-meteoweek.com

Per comunicare, gli organizzatori e i manifestanti si servono di un linguaggio cifrato, e di scherzi e meme all’interno delle chat, combinazioni di emoji e messaggi cifrati, però precisi, in modo tale da non incorrere nella censura e far arrivare la comunicazione agli altri partecipanti. Una donna è finita in manette mentre si trovava a bordo di un treno per un post pubblicato alcuni giorni prima, mentre un ragazzo è stato bloccato in un giorno in cui non poteva partecipare alle manifestazioni, anche in precedenza era sceso in piazza a protestare.

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La Bbc ha stimato che sono all’incirca 14mila i cittadini detenuti temporaneamente dalla polizia per gli atteggiamenti sopraccitati. Dato che i media indipendenti sono stati soppressi, in Russia è davvero dura informarsi senza i canali statali. Bloccati Facebook, Tik Tok, e sono in molti ad auto censurarsi per non incorrere in ritorsioni.

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Nel frattempo, Ovd Info, piano mediatico in Russia che porta avanti diritti umani, tutela la libertà di espressione e contrasta la persecuzione politica, tramite il suo leader Leonid Drabkin, fa sapere che la presenza dei cittadini russi su Instagram è molto scesa, a causa del timore diffuso di finire per qualsivoglia riferimento volontario e non, nel mirino delle autorità. Molti si sono cancellati, pur con dispiacere, dal proprio account social, altri hanno cambiato nome. Dunque i messaggi cifrati possono costituire una buona idea, ma allo stesso tempo chi protesta deve ricorrere sempre a nuovi escamotage. Questo perché gli agenti russi non possono lasciar perdere nulla, e devono scovare info sospette postate sui social come se stessero attuando una vera e propria caccia all’uomo.

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