Da tempo la Russia è all’opera per staccarsi dalla rete internazionale creando propri motori di ricerca e social autoctoni.
La Russia, visto il crescente isolamento internazionale, ste meditando seriamente di sostituire social come Facebook, Twitter, Tik Tok e Instagram. Sotto questo punto nel paese regna già una certa autarchia. In Russia la piattaforma più utilizzata è Vkontakte. Dai dati di Statista emerge che nel 2020 in Europa i russi sono stati gli utenti più attivi sui social, dove hanno trascorso in media due ore e mezza al giorno. Se parliamo di messaggistica, Whatsapp è il social più usato, ma la piattaforma più amata dai russi è Vkontakte, dove in 210 milioni hanno un profilo personale. Soprattutto millennial: oltre i due terzi degli iscritti di Vkontakte hanno un’età inferiore ai 34 anni, mentre la città che ha più utenti è San Pietroburgo: metà dei suoi cittadini utilizzano con regolarità la piattaforma russa.
Vkontakte incentiva perfino economicamente gli utenti a pubblicare e produrre contenuti. Sul social (internazionale, anche se la lingua prevalente è il russo) sono in molti a pubblicare post di stampo patriottico inneggianti allo Zar Putin. Tra i supporter di Mosca c’è anche più di un gruppo italiano: Forza Nuova, ad esempio, poi il “Movimento nazionale – La rete dei patrioti” e il “Gruppo il Grande inganno”.
Oltre a Vkontakte, creato da Pavel Durov (così come Telegram, che ha sede a Dubai), c’è un altro social russo a potersi candidarsi come valida alternativa alle piattaforme Usa: Odnoklassinki, il social creato nel 2006 da Albert Popkov e che ora è il secondo più importante della Russia.
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In alternativa a Google, i russi possiedono già il loro motore di ricerca: Yandex, fondato a Mosca anche se l’azienda risiede legalmente nei Paesi Bassi. Nella classifica mondiale dei motori di ricerca Yandex viene al quinto posto dopo Google, Baidu, Bing e Yahoo. Yandex – che nel 2017 ha creato l’assistente virtuale Alisa – rischia di fallire a causa delle sanzioni che hanno portato a sospendere il titolo a Wall Street, ma è probabile che diventi il motore di ricerca usato dai navigatori russi della rete.
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Quanto al Web, Mosca ha creato RuNet, una rete tutta sua. Già tre anni or sono la Duma aveva approvato un ddl per crearsi un “web made in Russia” nel caso in cui tutta la Federazione Russa fosse stata esclusa dalla rete internazionale. Per bypassare i blocchi russi di internet si può ricorrere a una rete virtuale (Vpn) e a Tor, un programma che consente una navigazione anonima e sicura grazie a una rete gestita da un gruppo di volontari. Attualmente sono russi il 15% degli utenti di Tor, cifra che fa della Russia il secondo paese al mondo per numero di utilizzatori. Anche Twitter ha diffuso una propria versione fruibile su Tor, per dare modo anche ai russi di ascoltare altre campane dato che, come noto, si tratta della piattaforma prediletta dai politici di tutto il mondo per rilasciare dichiarazioni.
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