Brigitta massacrata dal marito, presa a martellate nel 2021. L’uomo, condannato, si era tolto la vita nel 2016.
E’ finita proprio nella Giornata per i diritti della donna, l’agonia di Brigitta Steger, presa a martellate nel 2012 dal marito nella loro casa a Lutago. L’uomo di 52 anni, nella notte del 27 novembre 2012, massacrò nel sonno la donna allora quarataduenne, colpendola ripetutamente alla testa con un martello e con un punteruolo al torace. Entrata immediatamente in coma, la donna è rimasta per dieci anni, da allora, in stato vegetativo.
Una tragedia familiare durata 10 anni
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L’uomo, subito dopo la tragedia, fu trovato in stato confusionale nel salotto di casa, ed immediatamente arrestato dai Carabinieri. Nel processo, a seguito del quale Oberkofler venne condannato a 18 anni – di cui 16 per tentato omicidio più 2 per violenza privata – era emersa la crisi della coppia. La donna, infatti, la mattina seguente l’omicidio avrebbe dovuto parlare con il suo avvocato per avviare la richiesta di separazione dal marito.
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Nel 2015 venne accolta la tesi della seminfermità mentale presentata dagli avvocati difensori di Oberkofler, che parlarono di un uomo colpito da raptus improvviso, con conseguente riduzione della pena da 18 a 10 anni. Sentenza però annullata un anno dopo in secondo grado. L’uomo, dovendo a quel punto tornare in carcere, decise di togliersi la vita impiccandosi a novembre 2016 nella clinica psichiatrica di Verona in cui si trovava ricoverato. Negli anni successivi, invece, il cuore di Brigitta aveva continuato a tenerla in vita, seppur in stato vegetativo, fino a lunedì scorso 8 marzo. I funerali della donna saranno celebrati sabato alle 14.30, nella chiesa parrocchiale Maria Hilf di Cadipietra.