Ha vinto la Premier League con l’Arsenal. Ora Oleg Luzhny a 53 anni combatte per il suo paese invaso dai russi.
Gli appassionati di calcio forse si ricorderanno di Oleg Luzhny, ex capitano della nazionale ucraina e trionfatore nella Premier League nelle file dell’Arsenal. Come tanto altri sportivi anche lui ha imbracciato le armi per difendere il suo paese dall’invasione russa. E interpellato dal Mirror, Luzhny ha spiegato come la guerra abbia sconvolto la sua esistenza e quella di un intero paese.
Anche gli sportivi sono responsabili delle scelte dei leader politici
L’ex star della Premier League ha spiegato di aver voluto difendere la sua patria come ogni altro ucraino. La situazione è a dir poco tesa, racconta, con le sirene dell’allarme a suonare almeno tre o quatto volte a giorno, anche nel corso della notte, costringendo la popolazione a scappare di corsa nei rifugi, incluse le donne e i bambini, che non riescono a comprendere cosa stia accadendo. Sono atterriti, intere città e villaggi sono colpiti dai missili e devastati dalle esplosioni, mentre mancano gas, corrente elettrica, acqua, alimenti.
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Luzhny, oggi 53enne e che dopo l’addio al calcio giocato ha allenato come vice della Dinamo Kiev per poi assumere la guida del Tavriya Simferopoli, si dice del tutto d’accordo con le sanzioni inflitte agli sportivi russi. Anche chi fa sport – dice – è parte di una comunità nazionale ed è responsabile delle azioni del presidente eletto dalla nazione. Stare in silenzio equivale ad approvare implicitamente quando sta avvenendo, cioè l’aggressione ai danni di una nazione pacifica.