Recitiamo questa breve preghiera che Gesù gradirà tanto perché più di ogni altra cosa desidera che lo amiamo e confidiamo in lui: “Gesù, confido in te!”. Recitiamola spesso, e inizieremo a comprendere quanto Dio ci ama.
Il Signore mi ha ascoltato, ha avuto pietà di me.
Il Signore è venuto in mio mio aiuto. (Cf. Sal 29,11)
È forse questo il digiuno che bramo?
Dal libro del profeta Isaìa
Is 58,1-9a
Così dice il Signore:
«Grida a squarciagola, non avere riguardo;
alza la voce come il corno,
dichiara al mio popolo i suoi delitti,
alla casa di Giacobbe i suoi peccati.
Mi cercano ogni giorno,
bramano di conoscere le mie vie,
come un popolo che pratichi la giustizia
e non abbia abbandonato il diritto del suo Dio;
mi chiedono giudizi giusti,
bramano la vicinanza di Dio:
“Perché digiunare, se tu non lo vedi,
mortificarci, se tu non lo sai?”.
Ecco, nel giorno del vostro digiuno curate i vostri affari,
angariate tutti i vostri operai.
Ecco, voi digiunate fra litigi e alterchi
e colpendo con pugni iniqui.
Non digiunate più come fate oggi,
così da fare udire in alto il vostro chiasso.
È forse come questo il digiuno che bramo,
il giorno in cui l’uomo si mortifica?
Piegare come un giunco il proprio capo,
usare sacco e cenere per letto,
forse questo vorresti chiamare digiuno
e giorno gradito al Signore?
Non è piuttosto questo il digiuno che voglio:
sciogliere le catene inique,
togliere i legami del giogo,
rimandare liberi gli oppressi
e spezzare ogni giogo?
Non consiste forse nel dividere il pane con l’affamato,
nell’introdurre in casa i miseri, senza tetto,
nel vestire uno che vedi nudo,
senza trascurare i tuoi parenti?
Allora la tua luce sorgerà come l’aurora,
la tua ferita si rimarginerà presto.
Davanti a te camminerà la tua giustizia,
la gloria del Signore ti seguirà.
Allora invocherai e il Signore ti risponderà,
implorerai aiuto ed egli dirà: “Eccomi!”».
Parola di Dio.
R. Tu non disprezzi, o Dio, un cuore contrito e affranto.
Pietà di me, o Dio, nel tuo amore;
nella tua grande misericordia
cancella la mia iniquità.
Lavami tutto dalla mia colpa,
dal mio peccato rendimi puro. R.
Sì, le mie iniquità io le riconosco,
il mio peccato mi sta sempre dinanzi.
Contro di te, contro te solo ho peccato,
quello che è male ai tuoi occhi, io l’ho fatto. R.
Tu non gradisci il sacrificio;
se offro olocàusti, tu non li accetti.
Uno spirito contrito è sacrificio a Dio;
un cuore contrito e affranto tu, o Dio, non disprezzi. R.
Quando lo sposo sarà loro tolto, allora digiuneranno.
Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 9,14-15
In quel tempo, si avvicinarono a Gesù i discepoli di Giovanni e gli dissero: «Perché noi e i farisei digiuniamo molte volte, mentre i tuoi discepoli non digiunano?».
E Gesù disse loro: «Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto finché lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto, e allora digiuneranno».
Parola del Signore.
Se fossimo fianco a fianco con la gioia stessa, con la bellezza e con la felicità, che è Dio, come potremmo metterci a fare penitenza e a digiunare? Questo è ciò che accadeva ai discepoli di Gesù.
A volte possiamo avere la tentazione di non ritenerci degni di Dio; invece è importante che lo accogliamo, che lo accogliamo come un dono, quello più bello e l’unico che può davvero salvarci. Quando infatti arriva Gesù nella nostra vita, arriva la gioia autentica.
Il tempo di Quaresima ci ricorda invece proprio un momento in cui anche gli apostoli avranno digiunato: quando Gesù sarà tolto loro, e salirà al cielo dopo la sua morte. Eppure Gesù è risorto, ed è venuto proprio per darci la vita!
Il commento al Vangelo di ieri:
Noi piuttosto, cosa possiamo offrirgli in cambio? Chiediamogli cosa lui desidera da noi, per poter vivere anche noi una dimensione di gratuità e di offerta di noi stessi. Scopriremo che ad ognuno chiederà nel proprio cuore qualcosa. Innanzitutto, Dio ci chiede di affidarci a lui, di confidare in lui. Ti fidi di me? Ci ripete. E continua: “Non temere”.
Tanto spesso Gesù ripete queste parole nella Bibbia. Proviamo a digiunare dalla paura in questa Quaresima, in un tempo in cui ce ne è tanto bisogno. Proviamo a digiunare dall’indifferenza e da quei nostri vizi che costano tanto agli altri, che feriscono loro e la nostra anima.
Anche fosse il nostro unico “digiuno” per questa Quaresima, recitiamo questa breve preghiera che Gesù gradirà tanto perché più di ogni altra cosa desidera che lo amiamo e confidiamo in lui: “Gesù, confido in te!”.
Recitiamola spesso, e inizieremo a comprendere quanto Dio ci ama.
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