“Scendete tutti in piazza”: appello del dissidente russo Navalny dal carcere

Fu avvelenato da Putin, ora è in carcere e dalla sua cella esorta i cittadini russi a rivoltarsi contro il dittatore e la guerra

Mentre in Ucraina si continua a combattere, c’è un altro fronte della lotta ovvero quella interna alla Russia dove Vladimir Putin deve ora guardarsi dagli attacchi interni dei dissidenti e delle piazze in cui diversi manifestanti sono scesi per protestare contro il suo regime e la guerra.

Il governo di Putin è sempre stato durissimo nei confronti dei suoi critici, tra loro a c’è anche Aleksej Navalny, politico e dissidente russo di origini ucraine, che subì un tentativo di avvelenamento due anni fa e oggi si trova in prigione con l’accusa di appropriazione indebita. Navalny dalla sua cella invita la popolazione a scendere in piazza perché “non si può aspettare neanche un giorno, un minuto, bisogna manifestare a oltranza, una manifestazione continua. Non dobbiamo essere contro la guerra, dobbiamo lottare contro la guerra” come lui stesso dice.

LEGGI ANCHE: Sergei Shoigu, l’uomo chiave di Putin nella costruzione dell’esercito russo

Per i giovani Navalny è il simbolo della protesta contro il governo ed è stato capace di raccogliere un ampio consenso tramite i suoi video pubblicati su youtube, ottenendo anche buoni risultati in termini elettorali. In un video diffuso in rete afferma: “Noi, Russia, vogliamo essere una nazione della pace. Ahimé, pochi oggi ci definirebbero così. Ma almeno, vogliamo non diventare una nazione di persone impaurite e silenziose. Codardi che fingono di non accorgersi della guerra aggressiva scatenata dal nostro zarino palesemente folle contro l’Ucraina. Non tacerò, vedendo come il delirio pseudostorico sugli avvenimenti di centinaia di anni orsono sia stato preso a pretesto perché i russi uccidano gli ucraini e quelli, difendendosi, uccidano i russi“.

LEGGI ANCHE: Ucraina, Zelensky: “Uccisi 6 mila soldati russi. Mosca trascina Nato in guerra”

“PUTIN VIVE IN UN ALTRO SECOLO”

Per il dissidente, Putin vive isolato nella sua bolla e non ha più contatto con la realtà. “Siamo negli anni Venti del ventunesimo secolo, e ci tocca guardare esseri umani che bruciano nei carri armati e nelle case bombardate. Ascoltiamo in televisione vere e proprie minacce di una guerra nucleare. Provengo dall’Unione Sovietica. Ci sono nato. E la frase principale che ho imparato da quelle esperienza è ‘lotta per la pace’“.

Esorto tutti a scendere in piazza e a lottare per la pace. Putin non è la Russia. E se c’è qualcosa in Russia di cui si può andare fieri, sono appunto quelle 7000 persone che sono state fermate perché senza alcun appello sono uscite per le strade con i cartelli ‘no alla guerra”’ continua ancora Navalny.

LEGGI ANCHE: La guerra tra Russia e Ucraina si combatte anche nel cyberspazio

“Si dice che non può invitare ai comizi colui che non ci andrà, e quindi non rischia di essere arrestato. Bene, io sono già in carcere, perciò mi sembra che io lo possa fare. Non si può attendere neanche un giorno. Ovunque voi siate. Uscite nella piazza della vostra città ogni giorno feriale alle 19, e alle 14 nel weekend e nei giorni festivi. Se potete fare una marcia, fatela nel fine settimana. Sì, il primo giorno potrebbe esserci poca gente, e il secondo ancora di meno. Ogni arrestato dev’essere sostituito da altri due che si presentano al suo posto. Se per far finire la guerra dobbiamo stipare con noi stessi le carceri e le camionette, lo faremo. Tutto ha un prezzo e ora nella primavera del 2022, e questo prezzo lo dobbiamo pagare noi” conclude il politico russo.

Gestione cookie