La Russia, sempre più isolata ad Occidente, si avvicina ulteriormente a Pechino. Gazprom sta per chiudere l’accordo per un nuovo gasdotto, mentre emerge sempre più chiaramente il fatto che la Cina fosse a conoscenza delle intenzioni di Putin.
Gazprom – il colosso del gas russo – ha stretto un accordo con la Cina per una fornitura che potrebbe arrivare fino a 50 miliardi di metri cubi di gas naturale. L’azienda ha infatti firmato un contratto per progettare il gasdotto Soyuz Vostok che, attraverso la Mongolia, arriverà a fornire il paese asiatico. Si tratta di un passo decisivo verso l’avvio di una collaborazione energetica molto più intensa di quella già in atto tra i due paesi, stipulata nel 2014 e attiva dal 2019.
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Ma il livello dell’intesa, oltre che sul piano energetico ed economico, ha un grande valore soprattutto su quello politico. E’ evidente come la Russia, isolata diplomaticamente dopo la decisione di invadere l’Ucraina, abbia disperatamente bisogno di alleati. O meglio, di un alleato, molto forte a livello economico e militare: la Cina. La quale, sembra ormai quasi certo, era informata da tempo della decisione di Vladimir Putin di invadere l’Ucraina.
Le ambiguità della Cina
Pechino infatti, nelle scorse settimane, ha stupito i mercati con una scelta che allora appariva insolita: invece di rilasciare le proprie riserve di petrolio (operazione che avrebbe dovuto avvenire a partire da novembre con l’obbiettivo di abbassare i prezzi del greggio, sulla base di una intesa con gli Stati Uniti), ha iniziato invece ad incrementarle. Rimettendoci anche, visto che il prezzo del petrolio al barile è arrivato a sfiorare i 100 dollari. Una decisione che oggi, a fronte dell’operazione militare russa, appare invece sensata.
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