Allarme di Coldiretti: la guerra in Ucraina pesa sulla produzione

Per un agricoltore su quattro grava dell’aumento dei prezzi sull’energia e sulle materie prime. Si rischia la chiusura di interi settori

La guerra in Ucraina pesa sull’agricoltura italiana. Secondo quanto riportato da Coldiretti, in queste settimane circa il 25% dei coltivatori ha dovuto ridurre la produzione a causa dei pesanti rincari sulle bollette dovuti alla crisi scatenata dagli scontri nell’est dell’Europa. La situazione ha prodotto una protesta da parte dei coltivatori, i quali sono scesi in piazza per ribadire la necessità di un intervento da parte dello Stato alla manifestazione organizzata durante l’inaugurazione di Fieragricola.

L’aumento del costo delle fonti energetiche come per esempio il gasolio, necessario per il riscaldamento di serre e stalle, è alla base delle problematiche, con un rincaro del 170% in bolletta. Le ripercussioni rischiano di essere molto pesanti con un conseguente aumento dei prezzi per il consumatore fino al 50%. Inoltre l’aumento gas e del nitrato di ammonio voluto dalla Russia, ha aumentato il costo dei fertilizzanti necessari per la concimazione del grano.

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Secondo l’associazione, il settore agricolo ha subito un calo dello 0,8% della produzione a fronte di una importante crescita del Pil nel Paese dopo la crisi dovuta al Covid-19. Il rischio che è che interi settori come quello della produzione del latte vengano abbandonati.

Altro settore colpito legato alla produzione agricola dalla crisi è quello degli imballaggi: vetro, legno, plastica, carta e acciaio sono tutti elementi indispensabili e il loro rincaro pesa nella fabbricazione. A questo si aggiunge anche un grave periodo di siccità che ha creato problemi nell’irrigazione dei campi.

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“SOSTENIAMO IL RITORNO ALLA TERRA”

Nella sua relazione Coldiretti ha voluto raccontare le storie di alcuni giovani coltivatori messi in ginocchio dall’attuale crisi del settore agricolo. Tra questi c’è l’allevatrice di maiali e produttrice di salumi Laura Marchesini, che lamenta costi insostenibili a seguito di un buon periodo di crescita della sua attività, o quella di Giacomo Brandolin, coltivare dell’alga spirulina in Friuli Venezia Giulia.

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Andrea Degli Esposti è stato in grado di recuperare un intero borgo dell’Appennino Tosco-Emiliano per creare un agriturismo, ma i costi energetici e delle materie prime in aumento rischiano di mettere fine alla sua attività. Anche l’azienda di fiori e piante di Matteo Bovo andrà incontro allo stesso destino se i costi delle bollette continueranno ad aumentare.

Per la leader dei giovani della Coldiretti Veronica Barbati occorre sostenere il fenomeno del ritorno alla terra e la capacità dell’agricoltura italiana di offrire e creare opportunità occupazionali e di crescita professionale, peraltro destinate ad aumentare nel tempo“. Bisogna “superare le tensioni internazionali, ristabilire la pace e investire su un settore strategico per far ripartire l’Italia e l’Europa grazie anche a una nuova generazione di giovani attenti all’innovazione e alla sostenibilità”.

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