Ucraina, parla Vittorio Nicola Rangeloni, il reporter italiano finito insieme alle milizie del Donetsk: “A Mariupol sarà un bagno di sangue”. E a perdere la vita saranno anche i civili.
Drammatica la situazione in Ucraina. Mentre infuriano gli scontri con le forze militari russe, i leader ucraini fanno sapere di non aver ancora raggiunto i risultati auspicati nei negoziati con la delegazione inviata dal Cremlino. Nel frattempo, però, il resto del mondo cerca di non stare soltanto a guardare. E se a Roma, nelle scorse ore, è partita una catena di solidarietà volta ad aiutare le vittime ucraine della guerra, nella regione del Donbass a raccontare e a fare la guerra direttamente sul fronte (dalla parte degli indipendentisti filorussi) c’è Vittorio Nicola Rangeloni. Lecchese 30enne, originario di Barzio, è stato raggiunto dall’Adnkronos, e ha spiegato come a a Mariupol, nel sud dell’Ucraina, accerchiata oggi dalle truppe russe e dalle milizie popolari di Donetsk, si teme un vero e proprio “bagno di sangue”.
“Ci saranno enormi perdite, scorrerà molto sangue da entrambi le parti, a perdere la vita saranno anche i civili“, racconta dal fronte Vittorio Nicola Rangeloni, che da sette anni vive nel Donbass. Questo perché “le milizie popolari hanno creato due corridoi umanitari dando alla popolazione la possibilità di uscire da Mariupol e andare a Donetsk o nella Federazione russa, ma i soldati ucraini glielo stanno impedendo facendo da scudo con i loro corpi. Domani o dopodomani andrò a Mariupol, o almeno lì vicino, per capire quello che succede”.
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Rangeloni ha poi raccontato di ricevere “messaggi dalla popolazione di Mariupol che dicono di stare attenti, che sono stati minati i ponti, le strade e che i militari ucraini hanno creato posizioni nel centro della città, nei parchi gioco e negli asili”. E ha anche affermato che “da domani inizieranno le operazioni di bonifica della città, si cercherà in modo molto difficile di avanzare o di far deporre le armi all’esercito ucraino, o di colpirlo dove si trova”. Ciò che li aspetta, però, è “una battaglia molto difficile”. Basti pensare che a Mariupol vi è la base del reggimento Azov, reparto militare ultranazionalista ucraino, e della 36esima brigata della Marina militare ucraina. Il 30enne spiega che “si sono trincerati in città, e la città ora è assediata. Purtroppo ci sono tutte le premesse per una battaglia pesante”.
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Nel frattempo, sono già pesantissimi i numeri provocati dalla guerra. Attaccata nella notte anche la città di Kharkiv, nell’Ucraina orientale, con un video che mostra un’esplosione davanti alla sede del governo regionale. E sarebbero più di 70 i militari ucraini rimasti uccisi nell’attacco di artiglieria russo contro la base militare di Okhtyrka, tra Kharkiv e Kiev.
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