L’ex imprenditore bolognese, estradato dalla Libia nel dicembre 2019, ha ricevuto una condanna a 9 anni dalla Corte d’Assise di Roma
Giulio Lolli, ex imprenditore bolognese di 56 anni, estradato dalla Libia tre anni fa e accusato dalla procura romana di terrorismo internazionale e traffico d’armi, è stato condannato dalla Corte d’Assise di Roma a 9 anni. Il procuratore aggiunto aveva chiesto una condanna a 8 anni. Lolli era in aula quando hanno letto il verdetto. Da quanto si apprende, gli investigatori ritengono che Lolli svolgesse un “ruolo direttivo” all’interno del gruppo terroristico di stampo islamico Majilis Sura Thuwar Benghasi, di cui faceva parte in Libia come “Comandante delle forze rivoluzionarie della marina di Tripoli” e aveva disposto anche due barche “destinandole al traffico di armi”.
L’accusa, inoltre, sostiene che Lolli, «al fine di favorire l’azione dell’associazione Majlis Sura Thuwar Bengasi, attraverso l’utilizzo della barca Mephisto nella sua disponibilità, e dell’equipaggio, raccoglieva e introduceva nello Stato, deteneva e cedeva a terzi armi da guerra destinate al rifornimento di unità combattenti della prima linea d’assalto: quali armi portatili, munizionamento, granate, bombe, mine, lanciarazzi anticarro, antipersonale, missili anticarro e materiale accessorio da guerra, convenzionale e anticonvenzionale».
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Prima dell’estradizione nel nostro Paese, l’uomo era in carcere dal 17 dicembre 2017 a Mitiga (Tripoli), accusato di terrorismo per aver collaborato con l’associazione criminale.
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Dall’inchiesta del Ros, era venuto fuori che «da Misurata, Lolli si occupava di garantire alle milizie di Majlis Sura Thuwar Benghazi a Bengasi i rifornimenti di armi; approvvigionamenti che, via mare (non essendo sicuro il trasporto via terra), dovevano giungere da Misurata».
In una successiva indagine eseguita lo scorso ottobre, la Corte d’appello di Bologna aveva emesso per l’ex presidente di Rimini Yacht la sentenza a 4 anni e 6 mesi per associazione a delinquere.