Maurizio Pasca, Presidente nazionale di SILB FIPE (una delle maggiori associazioni che riunisce discoteche e locali notturni) racconta a Meteoweek due anni di chiusure e gli obiettivi da raggiungere per una piena ripartenza
Che questi ultimi due anni vissuti all’insegna della Pandemia siano stati difficili dal punto di vista economico, oltre che sanitario, è un dato assodato confermato da tutti gli analisti che registrano le difficoltà delle imprese italiane per far rimanere aperta la propria attività.
Un settore particolarmente colpito è stato quello delle discoteche e dei locali da ballo, che dall’11 febbraio scorso hanno potuto riaprire le porte ai clienti e far tornare a divertire i giovani e non solo.
“L’11 febbraio è stata una giornata significativa perchè segna una ripartenza del Settore.” – dichiara Maurizio Pasca, Presidente di SILB FIPE (una delle maggiori associazioni che riunisce discoteche e locali notturni) ai microfoni di Meteoweek – ” Siamo stati chiusi, tranne piccole parentesi, quasi due anni e ripartire vuol dire riappropriarci del nostro diritto al lavoro. Certo, è una ripartenza senza entusiasmo perchè le norme emanate per la riapertura sono molto restrittive enon ci permettono di espletare al 100% il nostro lavoro”.
Il presidente Pasca si riferisce alle regole anti Covid che normano l’accesso e la fruizione dei locali da parte dei clienti: capienza al 50% per i locali al chiuso (75% se all’aperto), mascherina sempre indossata tranne quando si balla o si consuma una bevanda, distanze da rispettare nella pista da ballo, possibilità di prenotare il proprio ingresso online in modo tale da non creare fila all’ingresso, etc…
La mancanza di entusiasmo è comprensibile se si pensa alle difficoltà vissute nell’ultimo biennio da parte dei gestori di locali.
“Sono stasti due anni tragici. E’ un settore che ha un valore economico di circa due miliardi di euro l’anno e in questo lasso di tempo abbiamo perso quasi 4 miliardi di euro. I ristori riconosciuti sono stati ben poca cosa rispetto alle perdite: parliamo di 70-80 milioni di euro, che diviso per le 3mila aziende presenti sul territorio fa circa 20mila euro a soggetto a fronte di due anni di chiusura”.
Ristori insufficenti per Pasca che commenta: ” Voglio ricordare che un locale, sebbene momentaneamente chiuso, sopporta comunque dei costi fissi notevoli, circa 15mila euro all’anno. Parliamo di 800 euro al mese, meno di quanto prende una persona col reddito di cittadinanza“.
L’origine di questa poca considerazione che il settore ha presso il Governo ha, secondo il Presidente, anche una matrice ideologica: “Si è iniziato anni fa addossando ai locali la colpa delle famigerate stragi del sabato sera e, in tempi recenti, di una ripresa della pandemia a settembre 2020 (quando le discoteche erano già chiuse da metà agosto).Eppure, con i locali chiusi, le risse nelle città sono aumentate tra i giovani… Il nostro Settore è fatto da imprenditori seri e e preparati e i nostri locali sono posti in grado di gestire il divertimento in maniera sicura“.
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