L’aumento degli incidenti mortali ha riguardato soprattutto l’industria, i servizi e l’agricoltura. In lieve calo quelli sul posto di lavoro.
Su scala nazionale le statistiche delle denunce sugli infortuni mortali presentate all’Inail elaborate al 31 gennaio di ogni anno mettono in rilievo per il primo mese del 2022 un aumento rispetto a gennaio 2021 solo dei casi in itinere, saliti da 7 a 13, mentre quelli verificatisi sul posto di lavoro sono calati di un caso (da 34 a 33). L’incremento ha interessato l’industria e i servizi (da 35 a 39 denunce) e l’agricoltura (da 3 a 4), mentre il conto Stato fa registrare tre casi in entrambi i mesi.
Aumentati anche infortuni non mortali
Mentre i dati segnalati al 31 gennaio di ciascun anno fanno emergere a livello nazionale per il primo mese del 2022 un aumento degli infortuni non mortali rispetto a gennaio dell’anno precedente, sia per quel che riguarda gli incidenti sul posto di lavoro, saliti dai 35.964 del 2021 ai 53.637 del 2022 (+49,1%), sia per quelli in itinere, capitati cioè lungo il percorso di andata e ritorno tra la propria abitazione e il posto di lavoro, aumentati del 22,6%, da 3.219 a 3.946.
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Dall’analisi territoriale delle denunce di infortunio con esito mortale ricevute dall’Inail nel mese di gennaio 2022, appare un aumento di sei casi mortali nelle isole (da 1 a 7), di uno sia nel Nord-Ovest (da 8 a 9) che nel Centro (da 7 a 8) e una diminuzione di due casi al Sud (da 14 a 12) e di uno nel Nord-Est (da 11 a 10). Tra le regioni con i maggiori incrementi ci sono Puglia e Sicilia (+4 decessi per entrambe le regioni), mentre i cali degli infortuni mortali vanno circoscritti alla Campania (-5 casi), al Veneto (-2), alla Basilicata, all’Abruzzo e al Piemonte (-1 ciascuna).
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L’aumento registrato nel confronto tra gennaio 2021 e gennaio 2022 è legato tanto alla componente maschile (dove i casi mortali denunciati sono aumentati da 38 a 40) quanto a quella femminile (da 3 a 6). Aumentano anche le denunce da parte dei lavoratori italiani (da 35 a 42) e extracomunitari (da 3 a 4), mentre calano quelle dei comunitari (da 3 a 0). Sulla base dell’analisi per classi di età è stato rivelato anche un aumento dei decessi tra i 30-44enni (da 6 a 14 casi) e tra i 60-64enni (da 3 a 6), mentre sono in diminuzione le morti tra i 45-59enni (da 26 a 20).