Breve biografia di uno degli uomini più influenti del mondo ma sconosciuto al grande pubblico.
The World Economic Forum: A Partner in Shaping History-The First 40 Years 1971-2010
Questo il titolo di un libro uscito nel 2010 in cui Klaus Schwab rivendicava il suo profondo legame con uno degli uomini che, come ha sempre amato ripetere in pubblico, gli ha cambiato la vita: Henry Kissinger. Non un nome qualunque, considerato che parliamo di uno dei politici più influenti nel mondo del secolo scorso, forse l’unico vicepresidente che si è ritrovato nei fatti ad essere considerato in quegli anni persino più importante del suo diretto superiore alla Casa Bianca, il Presidente Nixon.
Schwab conobbe Kissinger mentre studiava ad Harvard e divenne per lui un vero e proprio mentore, che lo accompagnò nella fondazione di quello che tutt’oggi conosciamo con il nome di World Economic Forum, la più potente associazione economica privata al mondo. In questo libro Schwab descrive per filo e per segno il ruolo centrale svolto da Kissinger fin dagli inizi di questo forum. Il fondatore del WEF è diventato un po più conosciuto al grande pubblico per un altro libro scritto molto più recentemente, nel 2020. Lo ha intitolato “Grande Reset”, il manifesto politico aggiornato del WEF, un’opera in cui vengono illustrato i principi su cui la nostra società globale può e deve rinascere dopo la pandemia.
“L’era post-pandemia introdurrà un periodo di massiccia ridistribuzione della ricchezza, dai ricchi ai poveri. e dal capitale al lavoro”
Nella sua opera, Schwab sostiene che ormai il capitalismo è arrivato alle sue fasi finali, e nemmeno la libera economia può salvarlo dalle sue fine. C’è bisogno che i governi riacquistino centralità e diano il via a delle nuove politiche, con un occhio di riguardo all’ambiente. La crisi climatica è uno dei grandi temi promossi dal WEF, così come la necessità di puntare a una nuova governance globale affinché quanto accaduto durante l’emergenza sanitaria che ha preso di sorpresa il mondo intero non si verifichi più.
Gli ultimi anni hanno sostanzialmente consacrato Klaus Schwab come uno degli uomini più potenti e influenti al mondo, e d’altronde, l’Agenda di Davos e i suoi incontri, sono ormai famosi in tutto il mondo proprio per l’importanza che hanno assunto, al punto che la sua riunione annuale, è diventato un vero e proprio riferimento per gli analisti finanziari di tutto il mondo.
Klaus Schwab, la biografia
Klaus Schwab nasce nel Marzo del 1938 nella città di Ravensburg in Germania. Il padre gestiva una fabbrica nucleare sul luogo e Schwab cresce in un contesto tranquillo avvicinandosi alla politica fin da giovanissimo, complice anche lo scoppio del secondo conflitto mondiale.
“Dopo la guerra guidai l’associazione giovanile regionale franco-tedesca. I miei eroi erano Adenauer, De Gasperi e De Gaulle”
Sia lui che il fratello minore, seguono le orme del padre e si iscrivono in ingegneria meccanica. Dopo gli studi, intorno al 1968, Schwab e inizia a lavorare come assistente al direttore generale nell’Associazione Tedesca per la Costruzione di macchine (VDMA) di Francoforte. La sua carriera universitaria era stata particolarmente proficua, al punto che prende parte a un dottorato a metà tra l’ingegneria e il business intitolato Il prolungamento dei crediti di esportazione come problema imprenditoriale nell’ingegneria meccanica.
Ad Harvard invece, ci va per conseguire un master in pubblica amministrazione, ed è lì che avviene l’incontro con Kissinger del quale diventa allievo.
“Anni dopo, quando tornai dagli Stati Uniti dopo aver terminato gli studi a Harvard, ci furono due eventi che ebbero un effetto significativo su di me. Il primo fu un libro di Jean-Jacques Servan-Schreiber, “La sfida americana”, in cui si diceva che l’Europa avrebbe perso contro gli Stati Uniti a causa dei metodi manageriali scadenti. L’altro evento fu, e questo è importante per l’Irlanda, che l’Europa dei sei diventò l’Europa dei nove”
(Klaus Schwab, intervista del 2006)
Sul finire degli anni sessanta, Schwab finisce a lavorare nella stessa azienda gestita dal padre, che nel mentre aveva cambiato nome in Sulzer Escher-Wyss. Grazie alla sua preparazione Schwab è tra i protagonisti del rinnovamento dell’azienda, che diventa gradualmente una vera e propria impresa tecnologica, aggiungendo un ramo nuovo al proprio business: la creazione di prodotti destinati alla tecnologia medica. In questo periodo, la Sulzer Escher-Wyss acquista sempre maggiore importanza presso la stampa nazionale, e Schwab inizia a farsi conoscere come personaggio pubblico.
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Nel 1970 Schwab lascia la Escher Wyss, e un anno dopo organizza la prima riunione del World Economic Forum che si tiene in Svizzera, nella città di Davos. Un progetto che inizialmente mise in piedi soltanto con l’aiuto della sua segretaria, Hilde Stoll, che qualche mese dopo sarebbe diventata sua moglie. Il fondatore del WFE ci mette poco a far salire queste riunione alla ribalta internazionale, e il primo manifesto ideologico dello spirito del WEF viene pubblicato quasi subito, nel 1972. Si intitola The Limits to Growth, e si tratta di un documento che avverte l’intero Occidente del pericolo della sovrappopolazione sulla terra: “Se i modelli di consumo e la crescita della popolazione mondiale continuassero agli stessi alti tassi nel tempo, la terra raggiungerebbe il limite entro un secolo”